Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
mercoledì 23 ottobre 2013
UNA COMMISSIONE ANTIMAFIA BINDATA...RENZI MA AVESSI ROTTAMATO QUELLI SBAGLIATI ?
LA BINDI ALL'ANTIMAFIA... Ora, lasciamo stare le polemiche con i paladini della "stabilità" per i quali il governo Letta dovrebbe essere salvaguardato più dei Panda dal WWF, però capite perché brinderò a Champagne quando (se ?) la Corte Costituzionale boccerà, tra l'altro, il premio di maggioranza del Porcellum ?? Con il 25% scarso dei voti espressi ( e quindi meno del consenso di 1 italiano su 4) il PD fa il bello e cattivo tempo alla Camera dei Deputati, anche in sfregio dei cd. alleati di governo... A me sta bene, chi vince governa. MA DEVI VINCERE , e rappresentando non voglio dire la maggioranza assoluta ma almeno, che so, il 40% !!!??? Roba che furono loro, quelli di sinistra, a chiamare Legge TRuffa quella di De GAsperi, che prevedeva sì un premio consistente (anche troppo), ma per averlo ci voleva il 50%+1 voto !!
Essendo grande il mio sfavore per la signora, mi taccio oltre e lascio la parola al bravo Peppino Caldarola, che non si fa certo intimorire dall'appartenenza di area. Unica osservazione all'autore : non c'è bisogna di preferire le olgettine per essere critici della Bindi ANCHE sul piano estetico...
"Difendere la Bindi, soprattutto da se stessa"
La nomina di Rosi Bindi alla presidenza dell’Antimafia ha suscitato vibrate proteste da parte del PdL che accusa il Pd di aver rifiutato la convergenza su un nome condiviso. Bindi è stata spesso vittima dei lazzi dei Berlusconi e di altri parlamentari della destra per la sua intransigenza politica e altrettanto spesso è stata messa alla berlina perché il suo aspetto fisico non è attraente per chi preferisce le olgettine.
Quindi Bindi va difesa. Tuttavia va difesa anche da se stessa. La deputata del Pd, come tutti quelli di area ex dc, si è salvata dalla “rottamazione ” renziana che ha travolto D’Alema, Veltroni e Livia Turco. E’ stata presidente dell’Assemblea del partito e si è dimessa un minuto dopo il disastro elettorale quasi a voler sottrarsi alla responsabilità di una stagione tragica.
E’ stata nel passato più volte ministra e al vertice dell’assemblea di Montecitorio. Insomma fra il dare e l’avere con i suoi partiti ha più avuto che dato. Non risulta, inoltre, che abbia specifiche competenze sulla mafia e sulla grande criminalità essendosi la sua vita politica svolta altrove rispetto al Sud e su altri temi. La sua recente elezione in Calabria era stata concepita solo per dare una terra sicura per primarie incerte in un luogo dove i signori delle tessere farebbero eleggere la “qualunque” (un po’ come la Finocchiaro a Taranto).
La domanda è semplice: quando il Pd riterrà di aver finito di pagare il tributo all’ambizione della Bindi e quando la Bindi riterrà che per ricoprire una carica dovrà terremotare il quadro politico anche del suo partito per occupare postazioni per le quali non risulta avere competenze? Tutto qui.
La stampa di destra oggi l’attacca, i parlamentari PdL pure. Il Pd la difende, ma si potrà dire che la sua nomina è un errore, è un prezzo pagato ad un Ego ipertrofico, una scarsa sensibilità verso altre figure dello stesso partito? Nella polemica contro “le stesse facce” che dominano la politica, che viene fatta dai grillini e anche da Renzi, c’è purtroppo molta verità.
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