Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
giovedì 7 novembre 2013
DOPO L'AVVIILIMENTO DI IERI, NON E' GIUSTO DIMENTICARE IL GRANDE MILAN E CHI LO FECE TALE
Vedendo il Milan ieri sera contro il Barcellona ero dispiaciuto. Tutti i cicli finiscono ma l'età berlusconiana, alla guida dei Rossoneri, è durata veramente una vita e francamente non ricordo un periodo così mesto.
Divenuto Presidente nel 1986 (a Febbraio saranno ben 28 anni !!), dopo l'infernale stagione di Farina , con due retrocessioni (una legata allo scandalo scommesse ma una sul campo !) , l'ultimo scudetto risalente al 1979 (quello della stella, l'ultimo anno del grande Rivera), Berlusconi ci mise un pochino, pur spendendo da subito bei soldi, per raggiungere la quadra, trovandola affidando la squadra ad un semisconosciuto Arrigo Sacchi, uno senza pedigree calcistico ma dalle idee rivoluzionarie, per i tempi. Sacchi cambiò radicalmente il calcio italiano, non solo tatticamente (zona, difesa alta, fuorigioco, pressing, attacco portato con almeno 7 giocatori... solo per citare alcune innovazioni) ma anche mentalmente : la squadra che entra in campo sempre per vincere, cercando di imporre il SUO gioco, quindi d'attacco e questo in trasferta come in casa, i fuoriclasse omogenei alla squadra, lo spartito da preferire alle individualità. A questi dogma Sacchi è sempre stato coerente con il Milan (meno in nazionale) , mentre è rimasta una predicazione poco praticata quella della "cultura della sconfitta". Al MIlan, quando perdono, rosicano come altrove, e questo accadeva anche al grande Arrigo (ricordo le polemiche sullo scudetto "rubato", secondo la vulgata dal Napoli di Maradona...).
Il Milan degli olandesi volanti, con Gullit Rikard e Van Basten (personalmente, il centravanti più dotato che abbia mai visto : tecnica, eleganza, tiro con entrambi i piedi, gioco aereo) è una squadra che ha riempito gli occhi dei tifosi di calcio europeo e mondiale. Vince poco in Italia, solo uno scudetto, però due Chanpions e due Coppe Intercontinentali (vinse anche una supercoppa italiana e due europee). Al Milan mondiale di Sacchi, subentrò quello italico di Capello, molto meno spettacolare del predecessore e più pragmatico. Sotto Don Fabio il Milan vinse ben 4 scudetti in 5 anni, olte una Champions (e perdendo altre due finali)
Il sesto scudetto dell'era Berlusconi arriva con un allenatore di transizione, il simpatico Zaccheroni, persona garbate e perbene che ha il torto, tra l'altro, di avere idee di sinistra. Lo scudetto scippato sul filo di lana alla Lazio nel 1999 (che lo aveva meritato di più) prolungò di pochi mesi un matrimonio a cui il Cavaliere era oltremodo insofferente.
Arriva dunque la stagione del bravissimo e simpaticissimo Carlo Ancellotti , che con un Milan che inizia ad avere molti campionissimi in fase calante, riesce a vincere comunque uno scudetto, due Champions ( e potevano essere tre, senza l'incredibile rimonta subita dal Liverlpool dopo il primo tempo finito sul 3-0 !) e una Coppa del Mondo per Club . Ancellotti guida il MIlan per ben 7 stagioni, dal 2001-2002, quando subentra a Terim, fino al 2009, ed è, insieme al mitico Paròn Rocco, il più longevo dei mister sulla panchina dei rossoneri. Dopo la brevissima parentesi di Leonardo, viene scelto un altro giovane dal pedigree calcistico limitato, Allegri, il quale esordisce con uno scudetto. Gli eroi del grande MIlan però sono ormai tutti al traguardo. Uno che non lo era, Pirlo, viente trattamo come se lo fosse, e lasciato andare alla Juve dove contribuisce grandemente ai due scudetti dell'era Conte. Ma gli altri sono veramente alla fine : Nesta, Inzaghi, Gattuso, Seedorf (che se ne va in Brasile), Zambrotta... Il Milan lascia andar via anche Ibra e Thiago SIlva, a dimostrazione che un'epoca è definitivamente tramontata.
Il risultato è il doppio confronto col Barcellona (grande squadra ma non più lo squadrone di Guardiola, e infatti da un paio d'anni non arriva in finale nella Champions) dove si brinda al trionfo per essersi salvati in casa, dove si poteva perdere, e si perde nettamente fuori, con una palese dimostrazione di netta inferiorità.
Questo amarcord da non tifoso milanista ma ammiratore del club rossonero che ha saputo meglio rappresentare il calcio italiano (infarcito di stelle straniere e dire il vero...) nel mondo, per ricordare a chi oggi mugugna che in questi oltre 25 anni il MIlan si è coperto di gloria, e non solo per i trofei vinti ma per il come.
Alla fine, su 18 scudetti il Cavaliere ne ha vinti ben 8, quasi la metà ( e il Milan ha quasi 115 anni..., fate le proporzioni...), ma soprattutto, su 7 coppe dei campioni e Champions, ben 5 sono appannaggio dell'era berlusconiana, e su 4 Intercontinentali e Coppa del Mondo per club, 3 .
Insomma, è Berlusconi che fa del Milan la squadra più titolata al mondo, credo anche più del Real MAdrid.
Non conto quelle che io considero le coppette, come la mai prestigiosa coppa Italia e le sfide di una sola partita (massimo due) quali le supercoppe italiana ed europea, che servono solo per l'incasso e la bacheca.
Insomma, in un momento di grigiore dopo decenni di gloria, è giusto ricordare e ringraziare gli artefici di una squadra che ha fatto inorgoglire anche chi non era suo tifoso.
O almeno, per me è stato così. E non capisco quei troppi tifosi rossoneri, come Alberto Costa per dire (anche giornalista di calcio, sul Corsera) che piangono e criticano, come se avessero dimenticato a chi debbono lustri e lustri passati ad alzare trofei e a stropicciarsi gli occhi con un parterre de rois stratosferico : Baresi, Maldini, Donadoni, Gullit, Van Basten, Rijkard, Boban, Savicevic, Weah, Papin, Baggio, Sheva, Inzaghi, Nesta, Pirlo, Kakà, Ibrahimovic e sicuramente ne dimentico tanti .
Magari Berlusconi non vi sarà piaciuto come Presidente del Consiglio (nemmeno a me) ma come Presidente del Milan che gli volete dire ??
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