mercoledì 6 novembre 2013

PARENTOPOLI GRILLINA : COM'E' DIFFICILE IL MIGLIORISMO



Il caso Cancellieri è finito come doveva finire : il Ministro ha riferito in Parlamento, tutti a dire che è persona per bene ( io lo pensavo e continuo a pensarlo, ma il mio criterio probabilmente è meno severo di altri, mi accontento, anche con gli amici, che se no da mò che stavo su un'isola deserta), alcuni continuando, con tono però garbato, a insistere sull'opportunità delle dimissioni, i più a dire per carità, che la fiducia è intatta e si vada avanti così. Amen (fino al prossimo agguato). 
La canizza maggiore chi l'aveva sollevata ? I grillini ovviamente. Ma essere "migliori" degli altri è impresa ardua, specie quando le opportunità aumentano. Perché vedete, è facile fare gli integerrimi COERENTI da sfigati. Si corre il rischio di sembrare invidiosi, ma non di essere presi in castagna.
Il discorso cambia, molto, quando invece le cose si ha la possibilità di FARLE. 
E così capita ai parlamentari ortotteri, che, approdati in parlamento, si distaccano dalle sane pretese rigorose della "base" e le polemiche si sprecano. 
E prima era la diaria, poi le insofferenze al programma del Movimento con fughe in avanti come sull'immigrazione, ora "parentopoli", cioè il piazzare in posti ambiti, come quello di assistente parlamentare, il compagno, la fidanzata del figlio, gli amici. Tutta gente sicuramente competente, per carità, e poi, si sa, in posti delicati meglio avere persone di fiducia. E chi più di un parente ? 
Ecco, per come la vedo io, verificherei con severità la prima cosa, la competenza, e transeat sulla seconda.
Ma capisco che per i MIGLIORI, non basti.
E così si finisce sui giornali, come il Corriere della Sera, che riporta la notizia sul suo sito come di seguito potete leggere


PARENTOPOLI A Cinquestelle

Amici e fidanzati assistenti. Le senatrici M5S accusate: «Serviva gente di fiducia»

I casi di Lezzi e Moronese che fanno litigare i grillini

 
Beppe Grillo, leader dei 5 StelleBeppe Grillo, leader dei 5 Stelle
 
MILANO - «La mia assistente ha rinunciato al contratto stamattina, non vuole dare spazio alle polemiche, continuerà a supportarmi come semplice attivista. Ho un’altra persona che si occupa della mia comunicazione a Lecce, per ora va bene così», taglia corto Barbara Lezzi, ma l’assemblea sul caso Parentopoli ha lasciato il segno. Con lei, finita sulla graticola dei colleghi pentastellati, c’è la senatrice campana Vilma Moronese. Nel mirino la scelta di assumere come assistenti personali rispettivamente la figlia del proprio compagno e il fidanzato stesso. Stessa discussione, esiti per ora diversi. «Lui si è preso un anno di aspettativa, quando scadrà non so cosa succederà. Al momento non saprei scegliere qualcun altro che sappia darmi lo stesso contributo», spiega Moronese.
Tra i Cinque Stelle la tensione, però, dopo i toni drammatici di lunedì, non si attenua. C’è chi come Mario Michele Giarrusso chiede una riunione congiunta di deputati e senatori per trattare il caso, ma la capogruppo a Palazzo Madama, Paola Taverna, si oppone. E anche Lezzi e Moronese si difendono. «Non c’è nessun caso Parentopoli. Abbiamo rispettato sia le regole del Senato sia il nostro codice di comportamento (è stato messo in discussione il criterio di meritocrazia, ndr )», attacca l’esponente pugliese. «I documenti sui nostri collaboratori sono stati passati al vaglio di Palazzo Madama», conferma Moronese. Secondo Lezzi «c’è una grossa incomprensione di fondo: i curricula li avevamo chiesti per i dipendenti dei gruppi parlamentari - quelli che curano gli aspetti tecnici - non per i nostri assistenti personali». Qual è la differenza? «I nostri collaboratori devono essere delle persone di fiducia, deleghiamo a loro cose estremamente personali come password, mail, persino bancomat».

«Ho scelto il mio fidanzato per via delle sue competenze - racconta la parlamentare campana -, si occupa di ambiente ed è anche un attivista della prima ora come me, candidato alle amministrative a Napoli». «Io invece volevo una persona giovane e di valore. La figlia del mio compagno è laureata in Economia ed è anche lei attivista», spiega invece la senatrice pugliese. Che aggiunge: «Avrei potuto scegliere anche altre persone, ma qui entra in gioco la fiducia, non si tratta solo di merito». Le polemiche con gli altri senatori? «Si tratta di una posizione minoritaria, sono sempre gli stessi 8-9», affermano.

«Quando ho assunto il mio collaboratore abbiamo deciso di mettere in Rete la notizia nei meet-up di Napoli e Caserta, trovando l’appoggio della maggior parte degli attivisti - ricorda Moronese -. Lui, dipendente che ha anche una piccola attività in proprio nel settore della green economy, mi segue 24 ore al giorno. Tutti i giorni. Perché nel weekend noi siamo impegnati sul territorio. Ce la siamo presa come missione». Qualcuno, però, si è lamentato che ci sia una sottile differenza tra fidanzati e mogli o mariti: «Sarebbe opportuno fare questo tipo di distinzione quando si regolarizzeranno le coppie di fatto», ribatte Lezzi, che in assemblea aveva parlato anche di altri casi. E che puntualizza: «Tutti abbiamo assunto senza bandi pubblici. Magari c’è chi ha scelto un amico o il vicino di casa. Davanti a un caso del genere c’è la stessa considerazione che nel mio?”.

1 commento:

  1. della serie: anche i grillini tengono famiglia.....

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