lunedì 6 gennaio 2014

"L'ITALIA NON E' UN PAESE PER GENTE CATTIVA". LA BELLA PAGINA DI SALUTO DI CALDAROLA A BERSANI


La personale impressione avuta alla notizia del malore di Pierluigi Bersani l'ho rappresentata ieri non appena lette le prime breaking news (come vengono chiamate le notizie dell'ultima ora destinate a colpire i più ) e chi vuole può leggerla nel link http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/01/auguri-bersani-un-uomo-per-bene.html
Oggi, nel leggere i vari approfondimenti, ho trovato migliore, per calore e significato, quello di Giuseppe Caldarola, che fa una riflessione positiva e credo esatta : alla fine la gente peggiore - in questo caso coloro che hanno preso l'occasione del serio problema di salute di Bersani per irriderlo e offenderlo - è ancora la minoranza nel nostro paese. Che magari non riesce ad andare oltre una certa mediocrità, ma non è un paese cattivo.
Buona Lettura


"Mi aspetto che Renzi vada in quell'ospedale" 

Ho letto sulla Rete tanti messaggi affettuosi per Pierluigi Bersani. Mi hanno colpito, ma non sorpreso, quelli di uomini e donne dichiaratamente di destra, ovvero berlusconiani. Oggi “il Giornale” dedica un bel titolo di apertura all’ex segretario del Pd e un editorialino del direttore con parole adeguate. Forse se qualche dirigente del Pd, lo stesso Renzi ad esempio, si recasse in ospedale a stringere le mani della moglie, delle figlie e del fratello di Bersani renderemmo più umana la politica.
Non ho letto invece i messaggi violenti contro Bersani. So che sono apparsi sul blog del comico, su quello del “Fatto quotidiano”, e qualcuno anche su “Repubblica”. Non li ho letti per diverse ragioni. Questa umanità, uso una parola in questo caso eccessiva, non mi interessa. Il rispetto del dolore, della persona ferita è l’abc della civiltà. Qui siamo al di sotto di ogni minimo accettabile.
Non li ho letti perché non voglio odiare, neppure loro. A coltivare questi sentimenti bastano Grillo, Travaglio e altri ancora. Noi stiamo dalla parte dei “buoni”, fallibili ma buoni e persino “buonisti”.
Non li ho letti perché non so quanto siano rappresentativi. C’è una vena di cattiveria e di oscurità che attraversa la società, ma non capisco se questa corrente di veleni stia nella norma o sia un fenomeno nuovo nelle dimensioni e anche negli obiettivi. Se devo giudicare dai movimenti sociali che abbiamo visto in questi anni terribili, l’Italia non ha avuto nulla di paragonabile ad altre crisi sociali di paesi vicini. Anche i forconi sono stai, tutto sommato, nei limiti e si sono abbastanza presto divisi. Solo i No Tav hanno selezionato un gruppo violento.
Voglio dire che la malattia peggiore della politica, cioè questo suo incitare alla violenza contro l’avversario con l’uso di parole e obiettivi esasperati e spesso ad personam, non ha trovato seguaci di massa. Per ora è così. Può accadere che l’avanzare della crisi faccia scoppiare tutto e l’Italia possa essere travolta da questa miscela di cattivi sentimenti che si è incuneata sotto la sua pelle.
Bersani sorriderebbe probabilmente di questi veleni a lui specificatamente dedicati. E’ uno strano personaggio questo Bersani. L’ho incrociato diverse volte in parlamento e nelle riunioni settimanali della Fondazione Italianieuropei quando, con una decina di persone, sotto la guida di D’Alema, si discuteva la campagna congressuale di Piero Fassino prima di Pesaro. Poche parole, le sue, sempre essenziali e ironia a go-gò.
Resta per me un mistero come abbia potuto inanellare quella sequenza di errori dalla campagna elettorale rinunciataria fino al fallimento della campagna per la presidenza della repubblica. Colpa sua? Colpa di suggeritori scelti male? Vittima di una cultura che, pur nella versione riformistica incarnata da lui, restava tuttavia legata a schemi da vecchio movimento operaio? Non lo so. So che ha fallito e che tenacemente ha voluto tenere la scena, non credo per sé ma per la preoccupazione, che ha diffuso nel partito, che stesse per arrivare l’invasore fiorentino.
Un uomo tranquillo e tormentato, strano accoppiamento di condizione umana, che ha saputo stare in battaglia e che in battaglia è caduto, speriamo tutti solo per pochi giorni. Non sorprende perciò l’affetto che ha ricevuto e che al suo risveglio gli sarà comunicato. Berlusconi non ha dimenticato che ricevette la sua visita dopo la statuetta che rischiò di sfregiarlo se non di ucciderlo. Nessun avversario politico ha mai ricevuto da lui in insulto. L’idea della “ditta”, che oggi tutti deridono, raccoglieva quel bisogno comunitario che la sinistra non può lasciar perdere.
Forse Bersani e il suo mondo, dal quale provengo anche io, sono stati sorpassati ma c’è un senso di ‘umanità che viene da lì che non andrebbe disperso. Non voglio descrivere un piccolo presepio. Dal nostro-mio mondo sono venute tante cattiverie verso gli avversari, sia oggi sia negli anni e decenni passati, ma ci sono stati uomini e tempi in cui abbiamo scoperto il valore del rispetto degli altri. Alcuni l’hanno scoperto per indole personale, altri per la lezione dura della politica. Ci sono poi quelli che non lo scopriranno mai e stanno in quel mondo che ci vuole insegnare a stare al mondo, parlo di movimenti, di giornali, di comici e di giornalisti feroci, che guidano e campano sulla violenza verbale.
Di una cosa sono convinto: saranno sopraffatti dalla bontà, perché credo fino in fondo che l’Italia non è un paese per gente cattiva.

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