In tanti, ieri e oggi, hanno biasimato con titoli cubitali il caos scatenato dai grillini dopo lo straordinario provvedimento della Boldrini di "ghigliottinare" il dibattito alla Camera sul voto del decreto Bankitalia (e IMU). SI parla di squadrismo, di fascisti, si canta Bella Ciao (ohi, ma quanti anni hanno quelli dei banchi della sinistra che sanno tutte le parole ?? Manco Mario Capanna a momenti ! ) .
Ora, di gazzarre in Parlamento quella di ieri non è stata certo la prima. Io, in 50 anni di vita e 35 che seguo le cose della politica ne avrò viste in tv più di una ventina e leggo che all'epoca della legge truffa (1953, quella per la quale con il 50% + 1 dei voti si prendeva il 60% dei seggi...oggi per il 55 i nipotini di togliatti e il Cavaliere vogliono farsi bastare il 37 e soffrono pure...) i comunisti lanciarono i cassetti in aula...
Insomma, non è una bella cosa quando accade, però non l'hanno fatta solo i grillini, e rivangare ogni volta i fascisti stucca un'attimino. Certo, poi gli ortotteri hanno continuato, cercando di creare un clima da Parlamento assediato e vedremo se e come continuerà la cosa, che oggi Grillo era previsto nella Capitale.
Scrivono che la vera ragione della gazzarra non è lo scandalo di Bankitalia - che pure da solo aveva il suo perché - quanto la rabbia del M5S per la riforma elettorale, che aiuta il bipolarismo e li può marginalizzare, nonché per la perdita di visibilità e consenso. I sondaggi li danno in discesa al 20% (avevano preso il 25% a febbraio, partito più votato in Italia), e si sospetta che siano generosi, perché nelle elezioni territoriali i grillini stanno prendendo schiaffono sonori (ma va detto che anche il centrodestra nei rilevamenti demoscopici ha percentuali ben più alte rispetto ai voti che poi, nei vari mini test locali, sono usciti fuori in questo ultimo anno). Il PD , tra tutti, è quello che perde meno e quindi, grazie ai premi, vince). Allora Grillo e Casaleggio per uscire dall'angolo hanno sciolto i cani, i quali si muovono senza rispetto delle regole, che anche nel fare casino gli altri alla fine rispettano (a volte quella dei peones doc è solo ammuina...).
Sarà anche così, però nel merito stavolta i grillini avevano ragione, che non sarà un caso che lo strumento della Boldrini non era MAI stato adoperato in precedenza. Serviva per salvare l'IMU ? No, serviva per salvare quando hanno deciso di fare in Bankitalia.
Ora è curioso che un provvedimento importante, e che alla fine ha creato la rissa, sia stato ignorato per mesi dai grandi giornali, che oggi ne parlano solo per dare addosso alle intemperanze degli ortotteri , continuando a non entrare nel merito della cosa.
C'entrerà qualcosa che anche le testate più importanti hanno il loro conflitto di interessi, essendo sorretti (anche) dalle banche favorevoli a quel provvedimento ?
E' quello che a chiare lettere afferma Davide Giacalone che nel merito della questione era entrato e come (nel post http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/01/la-difesa-del-decreto-bankitalia-almeno.html ) trovate anche i link di tutti i precedenti interventi del bravo giornalista , nonchè dei pareri a difesa del decreto ).
E nessuno, veramente NESSUNO può dire che Giacalone sia un fascista, e nemmeno un antidemocratico, antipolitico e nemico delle istituzioni.
Piuttosto, è un amico della verità. Che poi, sulla fattispecie concreto del decreto, potrebbe anche darsi che non abbia ragione lui (a me convincono più le sue tesi che quelle pur doviziosamente argomentate di alcuni "amici" di un gruppo di FB), ma che la cosa sia stata condotta in maniera oscena 100.000 volte sì (e la Boldrini stessa si lamentava oggi con Cazzullo di averla lasciata con il cerino in mano, con un decreto contestato e a rischio di decadenza).
Insomma, con la facile indignazione per gli eccessi grillini si vuole nascondere la vergogna di quello che si è fatto e di come lo si è fatto.
Questo il suo pensiero sulle ultime due giornate calde
La gazzarra
Sembrava il Parlamento ucraino, o quello indonesiano. Lo scrive il Corriere della Sera. Quello che non ha scritto e descritto il merito del decreto legge su cui s’è scatenata la buriana. Lo stesso che continua a parlare di Imu, come se fosse quella la cosa importante, come se non fosse uno specchietto per allodole allocche. In due mesi la stampa blasonata, quella che dispone delle più alte coscienze vibranti, non ne ha trovata una in grado di avvertire un senso di pericolo, o, almeno, di fastidio, per quel che si stava facendo della Banca d’Italia. Pierluigi Battista ha ragione, descrivendo un Parlamento chiassoso. Ma il comportamento del sistema dell’informazione è stato di stampo nord-coreano.Ora il vaso è rotto. Non restano nostri neanche i cocci, perché vanno in regalo ad alcune banche. Non giungerò alla volgarità d’osservare che sono le medesime presenti nella proprietà di troppi giornali, talora direttamente e talaltra indirettamente, mi limiterò a dirlo in volgare: questa volta il conflitto d’interessi ha travolto la credibilità dell’informazione. Ma questo genere di conflitti, come si sa, sono viziosi in qualche caso, per divenire virtuosi in altri.
Noi avvertimmo dei pericoli fin dall’inizio, fin da novembre. Ci siamo trovati talmente soli (qualche, poca, compagnia l’abbiamo trovata solo nel tratto finale) che misi in guardia il lettore: può anche darsi che io stia sbagliando tutto. Ma nessuno ha mai risposto a una sola delle nostre obiezioni. In compenso si continuava a ripetere la superba bischerata che il naufragio del decreto avrebbe portato gli italiani a dovere pagare l’Imu, concetto che è in sé un’offesa alla scolarità di base, oppure si sono prese alcune delle affermazioni più scalmanate, trovando comodo interloquire con quelle. L’Italia, troppo, spesso, è senza memoria. Se di questa faccenda ne conserverà una anche blanda, nel giro di qualche tempo più d’uno dovrà vergognarsi.
Oramai il guaio è fatto. Che succede, adesso? Due sono i casi migliori: a. finiamo sotto accusa per violazione dei trattati europei e per avere usato un parere della Banca centrale europea come carta da macero; b. la Banca d’Italia, con i soldi della collettività, ricomprerà sé stessa. Queste sono le possibilità positive. Quelle negative non ho cuore d’illustrarle, avendolo già fatto.
E la gazzarra parlamentare? Disdicevole, folkloristica, con gli ortotteri che hanno reso facile il compito di chi deride, ma non legge. E non è indonesiamo (chiedo scusa all’Indonesia) un decreto legge che copre l’elefante di Bankitalia con la cimice dell’Imu? Dove son finiti gli alti moniti quirinaleschi, sull’omogeneità dei decreti? E non è ucraino (chiedo scusa all’Ucraina) la spettacolo di una Camera dei deputati in cui la maggioranza è tale solo grazie a un premio preso con il contributo determinante di un gruppo parlamentare che ha votato contro? (Nelle cui fila è eletta la presidente della Camera, che per la prima volta nella storia cala la mannaia sul dibattito, coperta da un sistema dell’informazione che vuol far passare l’ostruzionismo manco fosse terrorismo, laddove è una delle nobili pratiche nei parlamenti democratici). Ma vien facile deridere la sommossa nell’emiciclo. Del resto, è l’erma bifronte, che ride per una faccia del pianto dell’altra (Pirandello).
Ai cultori dello stile britannico suggerisco di frequentarlo. Ci son meno vocii, ma le parole che volano qui porterebbero a denunce. A quelli che credono solo il nostro Parlamento sia influenzato da lobbies suggerisco lo studio dei dibattiti su leggi di spesa e bilancio pubblico, negli Stati Uniti. La democrazia non consiste nel parlarsi con la boccuccia a culo, ma nel farlo con chiarezza e in modo che gli elettori sappiano chi ha sostenuto cosa. Ecco, per dirla piatta, nella conversione di questo decreto i lobbizzati sono quelli che hanno taciuto al punto che neanche hanno fatto le dichiarazioni di voto, tanta era la fregola di chiudere il servizio.
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