domenica 30 marzo 2014

VOTO DI SCAMBIO : QUANDO ANCHE I PM DICONO "TROPPO ! "

 
Nei giorni in cui in un'aula di Tribunale si sentono gli applausi per una condanna a 20 anni e l'avvocato difensore viene ingiuriato e deriso con frasi tipo "Non ti vergogni a fare il tuo mestiere (difendere un colpevole, evidentemente)" o "Ora non ridi più ?", dobbiamo difenderci anche dal delirio politico di gente come Rosy Bindi che, più realista del re, è arrivata a concepire un'ipotesi di corruzione legata al cosiddetto voto di scambio che ha fatto reagire preoccupati i PUBBLICI MINISTERI di magistratura democratica !!!!
Addirittura loro hanno detto che così "era troppo", e con una formulazione di reato tanto generica si arriverebbe ad inquisire l'universo mondo. Ci voleva un pm, oltretutto della corrente più giustizialista, a obiettare che così facendo a qualunque nemico e/o avversario politico basterebbe una lettera anonima appena decentemente verosimile per fare aprire un'indagine e così ostacolare se non del tutto eliminare il politico sgradito ? 
Certo, la preoccupazione principale pare sia stata quella di prevenire il proliferare di ulteriori polemiche sull'uso strumentale, politico e ad orologeria della giustizia, e quindi ulteriore delegittimazione della magistratura. SIa come sia, la questione è assolutamente fondata e anche Sabelli, dell'ANM, l'ha sottolineata. 
Chi sono i promotori della legge così mal concepita ? Quelli del PD !! E hanno anche fretta, che vogliono farla approvare prima delle prossime elezioni di maggio ? "Se qualche cosa di sbagliato c'è, lo rimedieremo dopo". Simile gente deve sparire prima che quel partito prenda il mio voto. Dico anche un'altra cosa. Quando ero giovane, trovavo difficile essere comunisti e coerenti, oggi che sono avvocato penso che sia tormentoso essere di (questa !) sinistra e garantisti.  
L'articolo che segue è di Bianconi del Corsera.


Al Csm il caso del voto di scambio «Indipendenza delle toghe a rischio»
«Si indaga sulle intenzioni, aumenteranno
i conflitti con la politica» 

 L’allarme è arrivato fino al Consiglio superiore della magistratura, dove cinque esponenti togati della «sinistra giudiziaria» chiedono la pronuncia di un parere sulla riforma del reato di «voto di scambio politico-mafioso». Denunciando il pericolo che il disegno di legge in discussione alla Camera, nel passaggio in cui punisce anche «la disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafiosa» da parte di chi accetta la promessa di voti, metta a rischio addirittura «l’indipendenza esterna della magistratura». La richiesta avanzata ieri a palazzo dei Marescialli, sede del Csm, è firmata dal consigliere Franco Cassano, anche a nome dei colleghi Borraccetti, Carfì, Vigorito e Rossi. Tutti appartenenti ad Area, il cartello che riunisce le correnti di «progressiste» di Magistratura democratica e Movimento per la giustizia.
«Pur perseguendo il commendevole intento di intensificare il contrasto al voto di scambio», scrivono i consiglieri, la proposta di punire anche la «disponibilità» risulta troppo indeterminata. Con la conseguenza di «rilevanti ripercussioni sul principio di garanzia costituito dalla necessaria tipizzazione delle norme». Ma soprattutto di una «alta probabilità che la magistratura sia chiamata a interloquire in conflitti squisitamente politici, con evidenti possibilità di accentuazione del tasso di conflittualità con la politica». Di qui il rischio per l’indipendenza delle toghe, sottoposte a sicure polemiche e possibili ritorsioni da parte del legislatore, sull’esempio di quello che in passato gli stessi magistrati hanno denunciato più volte.
Spiega il consigliere Cassano: «La disponibilità alla scambio politico-mafioso è un elemento psicologico troppo evanescente e labile per essere investigato e giudicato. Se venisse approvata questa formulazione, basterebbe una lettera anonima un po’ circostanziata per obbligare ad aprire indagini sul candidato oggetto delle indiscrezioni, offrendo il fianco a inevitabili strumentalizzazioni. La magistratura sarebbe infatti costretta a intervenire su dati pressoché impalpabili, intenzioni e non fatti, per fini che potrebbero rivelarsi strumentali».
L’organo di autogoverno delle toghe deciderà nei prossimi giorni se formulare il proprio parere sulla riforma; in questo caso non richiesto, com’è accaduto per alcune leggi proposte dai governi Berlusconi o dalle maggioranze che li sostenevano. Nel frattempo critiche e perplessità sollevate dai pm antimafia e dal presidente dell’Anm Sabelli hanno aperto una riflessione anche all’interno del Pd, principale sostenitore della riforma. Ma resta l’esigenza di approvarla prima delle prossime elezioni europee e amministrative, per introdurre modifiche ritenute utili da tutti, magistrati compresi: soprattutto l’aggiunta di «qualunque altra utilità», oltre al denaro, come merce di scambio del patto politico-mafioso. Se però la Camera rimettesse mano al testo approvato dal Senato, anche solo per intervenire sulla «disponibilità», la legge tornerebbe a palazzo Madama, con relativo allungamento dei tempi e quasi certa inapplicabilità delle nuove norme alle consultazioni di maggio.
Ecco perché il capogruppo pd in commissione Giustizia a Montecitorio, Walter Verini, sostiene che «lo strumento per riuscire a correggere quel che va cambiato e insieme rendere operativo immediatamente questo provvedimento è la presentazione di un decreto legge da parte del governo. Se invece questa strada fosse impraticabile, la riforma va approvata subito, così com’è. Altrimenti si rischierebbe di finire su un binario morto». Dello stesso avviso è Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia: «So bene che il testo si può migliorare, ma dobbiamo evitare che la ricerca della norma perfetta ci porti in un vicolo cieco, impedendo che la riforma entri in vigore prima delle prossime elezioni. C’è bisogno di un messaggio forte che faccia sentire la politica al fianco dei cittadini e degli amministratori onesti, di quanti resistono e fanno argine ai metodi e ai poteri mafiosi».

1 commento:

  1. MASSIMILIANO ANNETTA

    Stefano hai, per me amaramente, perfetta ragione!

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