martedì 29 dicembre 2015

EPPURE LO SMOG E' DIMINUITO RISPETTO AL PASSATO

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L'inverno straordinariamente mite e non piovoso non ce lo possiamo godere perché ci terrorizzano con le polveri sottili che, senza pioggia, gravano sulle nostre città e sulla nostra salute. Alla preoccupazione si aggiungono i disagi creati dai provvedimenti sul traffico. A Roma da settimane si adottano con frequenza le targhe alterne, pare con nessun risultato significativo, ma tant'è, qualcosa bisogna pur fare, se no scattano le denunce di enti e associazioni ambientaliste, mentre a Milano si è arrivato proprio al blocco totale per tre giorni...
Sempre a Roma, i mezzi pubblici, che si sa bene non reggere il normale uso quotidiano, tracollano letteralmente quando sono sottoposti a stress straordinari, e puntualmente ieri si è verificato.
Così ha modo di continuare l'infinita diatriba tra coloro che giustificano l'uso del mezzo privato, denunciando l'inefficienza di quello pubblico (guasti, ritardi, sovraffollamento negli orari di punta), e coloro che contestano l'assenza di senso civico, con l'indifferenza per l'ambiente, la salute dei cittadini, ecc. ecc.
Ora, che ci sia un abuso dell'auto, bé questo mi pare innegabile: Vogliamo parlare delle frotte di genitori che si ostinano ad accompagnare i figli a scuola, anche dopo le elementari, per far star comoda l'amata prole ??  E' solo un piccolo esempio. Però è altrettanto incontestabile che i mezzi pubblici, specie a Roma, funzionano assolutamente male, e non che vengano spesi pochi soldi o impiegato scarso personale !
In questa querelle mi ha stupito, e ringrazio l'amico Nicola Scardi per aver segnalato l'intervento di Francesco Ramella sul BlogLeoni, immagino figlio del benemerito Istituto Bruno Leoni, che confuta la narrazione dominante e rappresenta come l'inquinamento nelle grandi città sia in assoluto calo rispetto a 30-40 anni fa.
In effetti io, e credo molti altri, mi chiedevo, e chiedo, come mai i continui progressi tecnologici (oddio, se sono tutti come quelli recenti della Volkswagen...) tesi a ridurre gli elementi inquinanti degli scarichi delle auto, in atto da lustri, non portassero effetti. Invece, a quanto leggo, i risultati positivi ci sono, eccome. E lo stesso riguarda il sistema del riscaldamento, con progressiva, massiccia riduzione e/o scomparsa delle caldaie a carbone e l'avvento del metano, notoriamente energia "pulita".
Delle due l'una. O questi euro 4,5,6 sono panzane, così come la diffusione dell'energia "azzurra", oppure inevitabilmente l'inquinamento doveva essere diminuito.
Se noi stiamo messi così, come stanno in Asia, America del Sud, Africa, e in particolare nei paese (ex) emergenti, dove tutte queste misure ambientali non sono nemmeno immaginate ?
 Adesso però c'è il sole, di solito una benedizione ancorché la pioggia sia indispensabile per l'acqua e, da un po', per pulire il cielo dalla polveri sottili.
Aspettare senza eccessiva ansia che torni a piovere ?




 LeoniBlog

Smog, l’emergenza che non c’è

 

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Tutto è cambiato nella realtà ma quasi nulla nell’informazione. Per lo smog è sempre emergenza, quest’anno come dieci o venti anni fa. E, di fronte all’emergenza, non resta che adottare misure eccezionali: blocchi del traffico, targhe alterne, mezzi pubblici gratuiti. Eppure, da ormai molti anni, la strada è segnata e la direzione di marcia è quella giusta. “E’ difficile fare le previsioni, soprattutto per il futuro” sosteneva il nobel danese Niels Bohr. Vero in generale ma quella della qualità dell’aria è la classica eccezione che conferma la regola. E’ possibile affermare senza timore di essere smentiti che, al di là delle oscillazioni annuali correlate alle condizioni meteorologiche più o meno favorevoli alla dispersione degli inquinanti, tra cinque anni la situazione sarà migliore rispetto a quella odierna e la tendenza verso il “bello stabile” sarà ulteriormente rafforzata nel prossimo decennio.

Contrariamente a quanto ritiene la maggior parte degli italiani, l’inquinamento atmosferico nelle nostre città è in calo da svariati decenni. Pensiamo, ad esempio, alle famigerate polveri sottili, quel PM10 che, ci dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta il parametro più significativo per valutare gli effetti sulla salute. Ebbene, nei primi anni ’70 in una città come Milano o Torino, la concentrazione media annuale di queste polveri era superiore ai 150 microgrammi per metrocubo di aria. Oggi le centraline di rilevamento ci forniscono valori medi nell’intorno dei 40-50 microgrammi. Vi è quindi stata una flessione dell’ordine del 70%.

L’aspetto più intrigante di quanto accaduto finora è quello relativo al settore della mobilità. Il miglioramento della qualità dell’aria si è infatti manifestato non perché abbiamo avuto successo ma nonostante il sostanziale fallimento di quelle politiche di riequilibrio modale (meno auto, più autobus e più treni) che, a partire da Bruxelles per arrivare fino alla più piccola amministrazione locale, sono invariabilmente presentate come essenziali ai fini della sostenibilità ambientale. L’elemento che ha contribuito in misura quasi esclusiva alla riduzione delle emissioni è stato rappresentato dall’avanzamento tecnologico dei veicoli.
Una vettura  a gasolio immatricolata negli anni ’80 dello scorso secolo immetteva in atmosfera una quantità di sostanze inquinanti pari a quella che oggi fuoriesce dai tubi di scappamento di circa una ventina di auto. In assenza dell’abbattimento delle emissioni unitarie, l’aria delle nostre città non solo non sarebbe migliorata ma avrebbe conosciuto un progressivo peggioramento.

Il naturale rinnovo del parco veicolare nei prossimi anni con il conseguente adeguamento di tutti i mezzi ai più recenti standard normativi determinerà un ulteriore contenimento delle emissioni e, quindi, degli effetti negativi sulla salute. Effetti da non sottovalutare ma neppure da sovrastimare. Una spasmodica attenzione verso l’inquinamento collettivo può infatti ridurre l’attenzione dei cittadini sul più grave e rimediabile dei fattori di rischio sanitario: il comportamento individuale.
Al riguardo si segnalano le parole di Umberto Veronesi: “un atteggiamento, inaccettabile, è quello di cambiare la realtà dei fatti. Un luogo comune, molto diffuso, è quello di affermare che l’inquinamento atmosferico, specie in città, è tale che una sigaretta in più o in meno non fa alcuna differenza. È un’affermazione sbagliata e priva di senso: l’inquinamento cittadino provoca bronchiti, allergie, ma la possibilità che provochi tumore al polmone è minima rispetto a quella del fumo di sigaretta. Pochi lo sanno, ma nell’arco alpino, ad esempio in Friuli, dove si fuma molto, l’incidenza del cancro al polmone è superiore (e la speranza di vita inferiore) a quella che si registra in città come Milano o Genova. Impegnarsi per un ambiente più pulito è giusto, ma questo non deve distoglierci dalla lotta contro i tumori”. L’Italia del nord che è una delle zone europee ove, a causa delle particolari condizioni meteorologiche,  più elevate sono le concentrazioni di inquinanti e dove, stando ad un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’ambiente, vi è il record di morti premature per smog  è anche in testa alle classifiche relative all’aspettativa di vita media che è pari a quella della Spagna e superiore di oltre un anno rispetto a quella di Germania e Regno Unito e di alcuni mesi rispetto alla Francia.

Forse, accanto alla giusta attenzione per la salute e per la ambiente, dovremmo iniziare a preoccuparci anche delle conseguenze economiche delle scelte in materia di politica dei trasporti: ogni auto in meno (ed ogni autobus) in più che circola sulle nostre strade comporta una riduzione delle entrate fiscali ed un aumento della spesa pubblica e, quindi, un peggioramento di quel debito pubblico che se la passa assai peggio del cielo di Lombardia.

 

1 commento:

  1. MARCO FANTI

    In proposito, a conferma di quanto scrivi, ti segnalo questa interessante tabella con i dati dell'Arpa di Milano http://arcipelagoareac.it/doku.php/libro:statoaria

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