Magari è troppo brutale il commento sarcastico letto l'altro giorno, dopo i fatti di Bruxelles e il solito, prevalente silenzio del cosiddetto islam moderato, dove gli esponenti di quest'ultimo erano descritti come quelli che fanno il tifo dal divano di casa per i fratelli più attivi, i fondamentalisti che (si) fanno saltare in aria centinaia di persone.
Allora limitiamoci al plauso e alla condivisione dell'amar ironia di Pierluigi Battista, che dopo l'ennesimo eccidio di cristiani nel mondo (stavolta in Pakistan, più spesso lo vediamo accadere in Nigeria, ma la "moda" è diffusa, se in un anno si contano più di 100.000 vittime, una ogni 5 minuti...) ha scritto "
Pakistan. 52 morti cristiani nella strage di Pasqua, in un parco gremito di bambini. Ma l'..... non c'entra".
I morti purtroppo sono di più, mentre il nome impronunciabile, per non ferire sensibilità tutelate dal politically correct, è facile da indovinare.
Kamikaze in Pakistan, 72 morti in un parco. Molti i cristiani che festeggiavano Pasqua
L’esplosione in un’area affollata di famiglie. Tra le vittime anche 30 bambini. 359 i feriti. L’attentato rivendicato da un gruppo talebano pachistano
È salito a 72 il numero delle vittime e a 359 quello dei feriti
causati dall’azione di un kamikaze ieri pomeriggio in un parco di Lahore, nel
Pakistan centrale, dove si erano raccolte molte persone di religione cristiana
per celebrare all’aperto e in famiglia la festività pasquale.
Confermando il bilancio, un responsabile del governo della
provincia del Punjab a detto alla tv Express News che «le operazioni di
soccorso sono ancora in pieno svolgimento». Fra le vittime una trentina sono
bambini, che nel momento dello scoppio utilizzavano i giochi e le attrezzature
sportive del Gulshan-e-Iqbal Park.
Le autorità hanno indetto tre giorni di lutto, mentre polizia ed
esercito cercano di risalire ai responsabili del movimento Jamat ul Ahrar che
ha rivendicato l’attentato.
Secondo quanto riferito all’Ansa da Xavier P. William,
responsabile dell’ong Life for All Pakistan che si occupa di diritti delle
minoranze religiose, almeno 51 vittime e 157 feriti appartengono alla comunità
cristiana.
I sopravvissuti hanno detto di aver visto i corpi smembrati dalla
deflagrazione riversi in pozze di sangue. Per trasportare i numerosi feriti
negli ospedali sono stati usati i taxi e gli autorisciò che erano parcheggiati
all’uscita del parco.
Il governo di Islamabad ha dispiegato alcuni reparti dell’
esercito per facilitare le operazioni di soccorso. La polizia ha confermato la
presenza di un kamikaze e anche l’uso di sfere metalliche nell’esplosivo per
aumentare l’effetto letale.
Al momento della strage c’era una grande folla nel parco a tal
punto che le vie di accesso erano intasate dal traffico.
È emerso che non c’era alcun servizio d’ordine a protezione dei
numerosi ingressi del parco pubblico che è uno dei più grandi di Lahore.
Anche la premio Nobel per la pace Malala Yousafzai ha
stigmatizzato la strage su Twitter. «Sono sconvolta da un crimine insensato -
ha scritto la giovane - che ha colpito gente innocente».
Gli arresti
La polizia pachistana ha arrestato nelle ultime ore 15 persone,
fra le persone finite in manette vi sono anche tre fratelli del giovane
kamikaze che si è fatto esplodere fra le famiglie che trascorrevano la Pasqua nel Gulshan-e-Iqbal
Park della città.
L’attentatore suicida è stato identificato come Yousuf, 28 anni,
figlio di Ghulam Farid e residente nel distretto di Muzzafargarh. Intanto il
premier pachistano Nawaz Sharif è giunto a Lahore per visitare i feriti e
seguire personalmente le indagini.
Il 15 marzo dello scorso anno due kamikaze sempre del
Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) Jamat-ul-Ahrar, si erano fatti esplodere
all’ingresso di due chiese di Lahore vicine fra loro, la cattolica St.John’s
Church e la cristiana Christ Church causando 17 morti.
Il massacro è stato duramente condannato da India, Stati
Uniti e anche dall’Italia. «Il pensiero corre alle piccole vittime pachistane
di #Lahore e alla Pasqua insanguinata dalla follia kamikaze #prayforlahore» ha
scritto su Twitter il premier Matteo Renzi.
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