D'estate è abbastanza normale che le notizie scarseggino ( quelle tragiche però non mancano mai...) e i giornali per riempire le pagine ricorrono a temi evergreen come l' amore (specie quello con più emme...) e il sesso.
Quando dai servizi di colore, conditi da pseudo analisi psicologiche, si passa ai numeri statistici, la cosa si fa più gustosa perché è possibile girarli ai propri amici e conoscenti, con risultati spesso divertenti.
Mi è accaduto stamane a colazione, dopo aver letto l'articolo del Corriere dedicato appunto ad una ricerca effettuata dal Gruppo Rizzoli, su un campione di 1000 donne, e che io ho esteso al personale femminile del bar dove sono solito prendere il caffè la mattina.
Ma partiamo dalla ricerca.
Dunque, i quesiti principali riportati sono cinque. Vediamoli.
1) In quale epoca ti sarebbe piaciuto vivere in relazione alla tua visione dell'amore e del sesso. Bene, solo il 3% ha indicato i primi del 900 con il sesso associato essenzialmente alla riproduzione, il 7% preferisce la Roma antica con le sue feste (ed orge...), il 17 ricorda con nostalgia l'amore libero post sessantottino, il 32% apprezza il XXI secolo con l'ampia libertà di scegliere e fare...
Il 40% rimanente resta ancorato lì, al sogno delirante ed immarcescibile dell'amore romantico ! quello della "fusione di due corpi e due anime in uno solo"...
2) Meno interessante, perché a risposta plurima (e quindi ci puoi mettere tutto), la domanda concernente le varie, prevalenti emozioni che la sessualità nelle intervistate. Ebbene prevalgono "amore, divertimento, essenzialità nel rapporto", poi seguono "bisogno, riproduzione, avventura". Registro con piacere che lo slogan "no love no sex" è dietro nella scala... Ma insomma, quesito noioso.
3) Non ci sono sorprese nemmeno sull'età del primo rapporto avuto e quella considerata "ideale" per averlo. Dai dati, pare di comprendere che molte di quelle precoci (15/16 anni), l'hanno poi rimpianto perché le stesse indicano che avrebbero spostato un pochino più avanti il magico momento. La maggiore età, i 18 anni, vengono indicati come la soglia giusta. Se posso votare, potrò bene anche fare sesso no ? Comunque tra i 15 e i 20 succede, sono poche quelle che spostano più in alto l'asticella. Certo, poi anche la natura (intesa come aspetto) ha la sua incidenza... A volte l'attesa non è propriamente una scelta...
4) Frequenza dei rapporti sessuali. Resiste lo zoccolo duro del we : 32% risponde di avere un rapporto sessuale a settimana (però la maggior parte vorrebbe un po' di più). C'è poi a ruota un 29% che alza la frequenza a 2, anche 3 tiè, sempre a settimana. Vengono considerati gli "attivi". Francamente pochi, il 7%, quelli che ne fanno un'abitudine quotidiana, a fronte di un 10 che si dichiara poco interessato all'articolo... C'è infine un non insignificante 22% (una su cinque) che ha rapporti occasionali, ma non è tanto contenta della cosa.
5) Alla fine ho lasciato quello che suscita la reazione più divertente. L'avevo già registrata in passato, dopo aver letto un saggio più approfondito e accurato della materia ( una sorta di rapporto Kinsey sulla sessualità degli italiani, del 2010, edito dal Mulino) e che riportava lo stesso quesito e percentuali inverosimili.
Dunque, la domanda, decisamente delicata (e infatti la veridicità delle risposte è messa in dubbio da molte donne...) è sul numero di rapporti sessuali- ANCHE occasionali (quindi non solo relativi a relazioni stabili) - avuti nella VITA.
Ebbene, il numero, nell'anno di grazia 2016, quello che all'amore libero del 1968, al "famo come ce pare" degli anni 80 e 90, ha aggiunto internet e le infinite possibilità di incontri via web, è incredibilmente basso : SEI !! (si sale a tredici per i maschietti...).
E qui interviene il mio piccolo sondaggio personale, con le tre donne che avevo a portata di mano (il personale femminile in quel momento presente al Bar...). Bene, il 100% al numero sei si è fatta una risata commentando con un sonoro "seeeeh !!".
Sondaggio fasullo ?
Può darsi, ma non è detto. Piuttosto bisogna interpretarlo e ricordarsi che i sondaggi comprendono persone di età (e quindi GENERAZIONI) diverse, comprese tra i 15 e i 70 anni !, e le realtà locali cambiano assai. Un conto è essere donna, magari giovane, in una metropoli (dove, tra l'altro, puoi gestire con più facilità e discrezione anche una vita "spensierata"), un conto è vivere in provincia, magari piccola, anche del sud.
Oltretutto, nessuna delle tre "intervistate" ha, da un po', un fidanzato...Anche questo gonfia o riduce i numeri...
Per esempio, conosco donne, belle oltretutto, che in quel tetto (sei) ci rientrano benissimo, e questo grazie a relazioni più durature.
Nel saggio prima citato "La sessualità degli italiani" , per esempio, era riportato un dato altrettanto incredibile, se non di più : il 50% circa delle intervistate avevano avuto UN SOLO uomo nella vita, e un altro buon 30% all'asticella dei sei non ci arrivava !
Anche lì, l'arcano veniva spiegato come sopra. Bene o male in Italia, per quanto le separazioni siano arrivate ad una percentuale del 30% ( non tutti divorziano : 10% circa), bene o male 7 donne su 10 restano col marito.
Ora, è vero che la percentuale dell'infedeltà ha raggiunto picchi impressionanti anche nell'altra metà del cielo (52% nella ricerca della Rizzoli, e altrove ho letto numeri anche superiori !) , però, da sposati, difficile che si passi da un amante all'altro... E quindi, tra fidanzati, marito e amanti...bé verosimile non superare il numero sei no ??
L'articolo che introduce i dati riportati, e ne aggiunge altri, è assolutamente PERDIBILE, però l'ho riportato per completezza.
Italiani, romantici ma poco soddisfatti
E il 52 per cento
ammette l’infedeltà
Sarà anche vero che «Italians do it better» («gli italiani lo fanno meglio», come ammiccava una maglietta indossata da Madonna esattamente trent’anni fa, nel video di Papa Don’t Preach ), ma forse non la raccontano tutta. Un esempio: nella ricerca Indagine sulla sessualità , cardine del «Tempo delle Donne 2016», eseguita dal centro statistiche di Rcs su un campione rappresentativo di mille persone, il 42% degli intervistati dichiara che vorrebbe avere almeno due rapporti alla settimana — la media rivelata dal 33% è di un incontro amoroso ogni sette giorni, per molti il minimo sindacale. Però, alla domanda sulla frequenza della masturbazione, una quota a dir poco sospetta, il 40%, dice di non farlo mai.
Probabilmente non è una bugia: potrebbe essere piuttosto una realtà virtuale alla quale finiamo per credere e che ci cuciamo addosso, perché, ancora oggi, da noi, certe cose rimangono nel recinto dei tabù, vale a dire nel novero delle cose proibite e sacre, come dimostrano alcuni approfondimenti che abbiamo pubblicato sul canale corriere.it/cronache/sesso-e-amore. Per esempio quelli sulle menzogne riguardo all’orgasmo o sul coming out degli omosessuali.
In effetti qualche problema sulle «parole per dirlo» ce lo abbiamo sempre avuto: Comizi d’amore , il documentario firmato da Pier Paolo Pasolini nel 1965, risultato di quasi due anni di interviste a italiani di ogni età e estrazione sociale in merito alle abitudini sessuali e amorose (ispirazione della nostra inchiesta) venne sequestrato pochi giorni dopo l’uscita, dilaniato dalle critiche e dimenticato per decenni.
Qual era il difetto? Certo, osava chiedere (nei primi anni Sessanta) alla gente comune se aveva avuto scappatelle o se si sentiva «un diverso», ma i critici misero l’accento sulla «scarsa qualità scientifica» del film, sull’effetto comico che ne sortiva e, in generale, sull’imbarazzo nel parlare di certe cose. Pasolini faceva lo scrittore e in quel film trasfuse tutta l’afasia di un’Italia che queste «certe cose» non riesce a dirle e che quindi ha due strade: o censurarle o riderci sopra, farne parodia — e difatti la commedia sexy all’italiana arriverà pochi anni dopo. Ecco allora che nella nostra ricerca si delinea un Paese che desidera uno scatto in avanti, ma che spesso non riesce a trovare l’alfabeto.
Un Paese che di sesso ne vorrebbe di più e a cadenze più frequenti, ma che si mostra diffidente davanti ad approcci ormai consolidati come gli incontri online: un approfondimento pubblicato sul canale di «Corriere.it» rivela infatti che oggi ci sono oltre 500 app per cuori spaiati e che non vengono usate solo dai single. Eppure il 76% degli intervistati nel sondaggio dichiara che le loro esperienze sono nate solo da incontri dal vivo. Anche perché uno dei temi ricorrenti in questa indagine, quasi una cornice di legittimità a risposte come quelle sul desiderio di farlo più spesso, è il concetto di amore romantico: il 43% vorrebbe vivere in un’epoca tipo quella che sentì sospirare Marianne Dashwood di Ragione e sentimento . Nulla di strano, se non fosse che la tendenza qualche volta è di separare l’amore dal sesso, come se non riuscissero a parlare la stessa lingua. L’indagine sottolinea due approcci distinti ma egualmente rappresentati, che abbiamo definito, con un riferimento tizianesco, amor sacro e amor profano . Cioè, da una parte quelli che la carnalità la concepiscono solo come esercizio voluttuario privato, intimo e indissolubile da una relazione di coppia; dall’altra, gli allegri sostenitori della pornografia, del sesso occasionale e naturalmente del libero racconto.
Aiutare a raggiungere una completezza delle due sfere, un reciproco influenzarsi, è l’ambizione di questa edizione del «Tempo delle donne», perché l’inchiesta fin qui condotta ci suggerisce che ancora non diciamo tutto quello che vorremmo, che ancora abbiamo pregiudizi nei confronti degli omosessuali e del piacere femminile, che, pur vivendo in una società ipersessualizzata, a tratti persino ossessionata dagli amplessi, siamo riluttanti nel condividere le fantasie con chi ci sta accanto.
Colpa dell’educazione, come nell’Italia di Pasolini, quasi tenera nel suo pudore in bianco e nero? Potrebbe essere così: l’educazione sessuale nelle scuole è obbligatoria in quasi tutti i Paesi Ue tranne che in Bulgaria, Cipro, Polonia, Romania, Regno Unito e, manco a dirlo, in Italia. La nostra inchiesta rileva che solo il 25% del campione dichiara di aver fatto esperienza di questo insegnamento, che sarebbe favorevolmente accolto da tutti.
Ma è sul tradimento che la ricerca del «Tempo delle Donne» ci sorprende: se c’è un 48% che dice di essere stato «esclusivamente fedele» in una coppia, magari ci incuriosisce di più quel restante 52%, che (vivaddio) tentenna, in qualche modo ammette la sbandata. D’altra parte, il 62% dice di essere intrigato da letture erotiche e lo capiamo, perché sennò come si spiegano i 5 milioni di copie vendute in Italia dalla trilogia delle sfumature firmata da E. L. James? Pasolinianamente, si può dire che siamo un Paese affascinato da un antico scandalo, «lo scandalo del contraddirmi, dell’essere con te e contro di te».
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