domenica 5 giugno 2011

GIUSTIZIA LENTA ? NON SERVONO PIU' SOLDI !



Non c'era certo bisogno che si aggiungesse l'esimio Draghi, prossimo (forse) Presidente della BCE ed ultimo Governatore della Banca d'Italia, a sottolineare l'eccessiva lentezza della giustizia italiana come fattore importante, tra altri, della stentata crescita imprenditoriale. "La durata dei processi ordinari di primo grado supera i mille giorni e colloca l'Italia al 157° posto su 183 (!!!) nelle graduatorie stilate dalla Banca Mondiale".
Cose note ( e 1000 giorni sono una media....a Roma sarebbe una conquista ). 
No, la cosa interessante è leggere le possibili soluzioni proposte da due editorialisti del Corriere (il giornale da un po' di tempo si propone di analizzare NON solo i problemi ma anche le possibili soluzioni), Alberto Alesina e Francesco Giavazzi . 
"Scartiamo subito la risposta ovvia e sbagliata : che si dovrebbe spendere di più sulla giustizia".
L'ho letta tre volte questa frase, incredulo.  Sono anni che mi faccio venire l'ulcera sulla solita lamentela di giudici e impiegati del ministero della giustizia sulla mancanza di soldi, di personale, di materiale...(stessa litania della scuola ).
Ebbene i nostri impavidi ribadiscono quanto già a mia conoscenza ma evidentemente ignaro ai più : in Italia non si spende poco per la giustizia, si spende MALE ( e la stessa cosa vale per gli altri settori pubblici). La Commissione Europea sull'efficienza della giustizia calcola che lo Stato italiano spenda per la materia 70 euro per abitanti (dati relativi al 2008) . In Francia è di 58 euro. I giudici italiani sono pagati circa il 20% in più di quelli francesi e quanto al personale, si calcola che per ogni giudice ci siano 4 impiegati mentre in Francia 3.
Allora dov'è il  problema ? Uno senz'altro nel numero delle cause.
E questo numero è anche determinato, oltre che all'accresciuta litigiosità dei nostri concittadini, anche dai relativamente bassi costi dell'accesso alla giustizia per le cause medio piccole favorito dalla concorrenza tra gli avvocati, decisamente troppi. In Francia ce ne sono 48.000, quanti a Roma ! (in Italia si arriva al numero di 200.000 ). Ovviamente questo esercito , assai più numeroso di quello che si arruola veramente (114.000 effettivi) deve "sfamarsi" e come lo fa ? Moltiplicando le cause e la durata ( il motto è "causa pende causa rende"). E opponendosi strenuamente a soluzioni come la "mediazione" per cercare i ridurre l'ingolfamento. Eppure, nonostante questi numeri si sappiano, ancora tantissimi si iscrivono a Giurisprudenza. Ora, è vero che è la facoltà del "non ho ancora deciso" , quella che lascia le porte aperte non solo alla professione ma anche a speranze di carriere dirigenziali ( o semi) . Però è anche vero che a Medicina il problema si è risolto col numero chiuso (sono bastati pochi anni e pare che i medici inizino a scarseggiare!) , che si aspetta a introdurlo a Legge ( ma a tutte le facoltà inflazionate e dove si sa che la domanda del mercato del lavoro è satura !) ? 
Quindi prima soluzione è ridurre gli avvocati , migliorandone anche la qualità (ce n' è un GRANDISSIMO BISOGNO !!!!) . Secondo rimedio a costo zero è la razionalizzazione del lavoro dei Giudici. Per esempio non iniziare in parallelo un tot numero di cause ma prenderne un numero minore che vengono portate a termine. Dopodichè si iniziano le altre. Non so se funzioni, pare che a Torino rispetto a Milano si ( a Milano solo certi processi corrono, si sa...) , ma una cosa so per certo : inutile avere la certezza della data d'inizio quando quella più importante, finale, è in mente dei. In Corte d'Appello a Roma una causa iscritta OGGI va a sentenza nel 2014. In tre anni che si fa ? NULLA , relativamente al giudizio intrapreso. SI smaltisce il pregresso.  E' un principio noto : allargare la base dell'imbuto serve assai poco se tanto lo sbocco è sempre stretto.
Altro rimedio , suggerisco, riguarda l'estensione delle sentenze , la parte più temporalmente impegnativa per i giudici (mio padre , Presidente di Cassazione, non so se provocatoriamente, diceva che sarebbe stato decisivo eliminare la "Motivazione"...). Bene, invece di fare gli sguatteri negli studi legali i neo laureti in legge potrebbero svolgere i due anni di apprendistato presso i giudici, che illustrerebbero loro le ragioni di un processo e il perché di una decisione, lasciando poi ai giovanotti l'estensione della motivazione . Ovviamente detto così è un po' troppo semplificato, ma insomma le nostre balde toghe avrebbero degli "assistenti" che dopo pochi mesi di istruzione si rivelerebbero preziosi e aumenterebbero la produzione di sentenze, e quindi lo smaltimento delle cause. Per i giovani sarebbe un'esperienza giuridica d'ORO...altro che praticantato negli studi legali (molto raramente valido). L'idea lo dico subito non è mia, ma di una fidanzata "genialoide", e non deve essere cattiva , visto che poi l'ho ritrovata tra le riforme studiate. 
Il tutto senza giocare al gioco preferito dagli italiani : bussare cassa a Pantalone . 

Nessun commento:

Posta un commento