lunedì 4 luglio 2011

1994-2013 ...POCHI NON SONO....

ANGELO ALFANO
Io ho seguito quasi tutto il discorso pronunciato da Angelino Alfano all'assise del Consiglio Nazionale del PDL dove è stato nominato segretario del partito. In tanti ne hanno scritto e per lo più non ho trovato commenti negativi (almeno, dagli avversari, non particolarmente) sul merito di quanto da lui detto e tanto meno sul come.
Diciamo che Alfano al momento suscita , lui personalmente, una sorta di bonaria neutralità nei più, con alle ali degli ottimisti   che credono (sperano) che nel centro-destra si sia avviato un processo di successione di leader-ship per scongiurare la balcanizzazione del movimento con il declino e/o ritiro di Berlusconi, e dei pessimisti  che ritengono il tutto una operazione di maquillage col segretario semplice pupo siciliano dai fili ben tesi.
Tre le cose che Alfano ha ricordate vere è che in Italia si tende a confondere il periodo caratterizzato con la "discesa in campo" di Berlusconi con la sua guida del Paese. Non è così. In 17 anni, Berlusconi ha vinto le elezioni del 1994 ma dopo sei mesi circa dovette dimettersi per la sfiducia della Lega (e l'avviso di garanzia recapitatogli a Napoli dai solerti PM di Milano, allora guidati da Borrelli, punta di diamante Antonio DI Pietro) . Seguì il governo Dini,  e infine le elezioni del 1996 vinte da Prodi per una migliore distribuzione dei voti (il centro destra complessivamente ne aveva presi di più e D'Alema spesso lo ricordava ai suoi  in Consiglio dei Ministri "ricordatevi che la maggioranza degli italiani NON è di sinistra", cercando di tenere a bada le velleità di Rifondazione) . Il Governo Prodi poi cadde, per colpa proprio dei comunisti di Bertinotti, ma gli successe D'Alema che terminò la legislatura salvo l'ultimissimo tratto pre elettorale condotto da MArini. Quindi nel 2001 vinse nettamente Berlusconi, tornato alleato con la Lega (oltre che An e UDC) e nel 2006, per un pugno di voti attorno ai 20.000 su base NAZIONALE, ancora Prodi . Il "sostanziale "pareggio del 2006, nascosto alla Camera grazie al premio di maggioranza (oggi contestato, e in questa misura credo anche a ragione) ma evidente al Senato dove il governo Prodi vantava DUE senatori DUE in più, in una compagine governativa arlecchinesca , e riuscì a sopravvivere a stento meno di due anni, grazie spesso allo scandalo del voto di fiducia dei Senatori NON eletti   (i senatori a vita, perché ex presidenti della Repubblica o cittadini emeriti nominati dal capo dello stato) . Nel 2008 trionfò nuovamente Berlusconi.
Questo excursus per dire due cose : 1) il Caimano finora è sempre stato, alle politiche, un rastrellatore di voti formidabile, dote riconosciutagli da tutti, avversari compresi. Quando ha vinto, ha trionfato e quando ha perso, gli avversari hanno dovuto mettere insieme alleanze vastissime e quindi incoerenti e incompatibili politicamente, funzionali solo all'ANTI, e nonostante questo spuntandola sempre per pochi voti 2) in 17 anni, Berlusconi ha governato per 8 e mezzo....e la sinistra per altrettanti. 
Questo dato veniva sottolineato da Alfano e quindi appioppare a Berlusconi ogni male italiano realizzatosi negli ultimi 3/4 lustri è MATEMATICAMENTE inesatto, visto che, di fatto, Palazzo Chigi è stato sostanzialmente equamente diviso.
E' vero che dal 2001 a oggi la prevalenza è andata al centro destra (con la parentesi di due anni di Prodi, 2006-2008) , ma sono stati anche gli anni di cambiamenti epocali che hanno visto drasticamente diminuire il margine di manovra dei governi nazionali. Ricordiamo senza pretesa di completezza : Terrorismo mondiale (settembre 2001 le torri gemelle ) con guerre in Iraq e Afghanistan ; Introduzione dell'EURO (maledetto ancora da tanti, magari a torto ma tant'è) ; lo svuotamento di potere della Banca d'Italia ; prima crisi borsistica del 2002 ; globalizzazione dei mercati e l'avvento delle nuove economie Asiatiche (Cina, India) e del Brasile ; allargamento dell'Europa, recessione mondiale (fallimento Lehman Brothers, crisi del sistema bancario, rischio default degli Stati Europei meno forti) . Insomma non dieci anni facili...
Le considerazioni , espresse o evocate da Alfano, fin qui sono condivisibili anche se resta l'obiezione : ma a questi problemi, obiettivi, che tipo di politica economica si è è cercato di contrapporre , se non altro per limitare i danni e cercare di creare le premesse di una ripresa ?
E qui casca l'asino.
Il buon Angelino con enfasi si rivolge al suo Presidente e ricorda se stesso, nel 1994 , quando ad Agrigento seguiva in televisione il discorso di questo nuovo leader politico e si sentì invaso da grande entusiasmo per le nuove idee espresse da questo imprenditore che scendeva in campo per arginare l'ascesa della sinistra.
Alfano ricorda il programma di Forza Italia spiegato dal Berlusconi esordiente ( e vincente) :  un partito liberale di massa (vera utopia, e infatti) ; lotta alla burocrazia statale, più spazio all'individuo con lo Stato meno invadente, meno spesa pubblica (con l'eliminazione degli sprechi, degli enti inutile, col dimagrimento statale) ,  riforma fiscale con riduzione delle stesse... "Uno Stato che non dà diritti al cittadino ma glieli  riconosce " !
Io ci credo che Alfano nel 1994 fu galvanizzato da questo "sogno"....Solo che oggi lui dal palco alza la voce e tuona : "Presidente IO ci credo ancora a quel programma !! " e la gente si alza in piedi plaudente.
Signori, sono passati 17 anni, e la metà al potere ci siete stati VOI. Che applaudite ?
Nel 1994 si poteva CREDERE, nel 2013, con due legislature (una portata a termine e una giunta oltre la metà) condotte con maggioranze ampie, NO.
Ripeto, gli ostacoli, gli eventi avversi, sia interni (tra cui una magistratura che fino ai 58 anni di vita Berlusconi, pur capo della tv privata italiana, non sa manco dove abita e egli ultimi 17 lo ha reso più inquisito di Riina) che  esterni, ci stanno.  e grandi.
Ma è la mancanza di coraggio a colpire, è il far politica per la conservazione del potere più che per cambiare (almeno provare !). De GAulle per costringere la Francia a seguirlo metteva in gioco tutto. Più spesso vinse, e quando perse , sia pure su una consultazione minore  (un referendum, guarda un po') si dimise.
Questo da noi non si vede.
Né si vedrà.


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