lunedì 15 agosto 2011

ASSAD : THE SIRIA(L) KILLER

ASSAD
Forse alcuni amici lettori del Camerlengo si domanderanno perché insisto tanto con la Siria. In fondo non è l'unico posto al mondo governato da despoti che per conservare il potere reprimono ogni tentativo di cambiamento.Vero. Però a volte s'incastrano delle situazioni che rendono insopportabile l'ipocrisia di noi occidentali. Qualcuno se la ricorda la primavera araba ? Io molto bene. In tunisia e in Egitto la gente , spinta dalla povertà, ha trovato il coraggio di ribellarsi. I regimi esistenti, filo occidentali, hanno recepito le giuste pressioni provenienti dal loro referente principale - gli USA - e hanno preferito sacrificare i "capi" da loro insediati , Ben Alì e Mubarak - evitando spargimenti di sangue (vittime ce ne sono state, di più in Egitto, ma NULLA con quanto accaduto in Siria). La protesta si è estesa ad altri paesi tra cui la Libia. La regione di Bengasi si è ribellata e a difesa dei ribelli e contro Gheddafi si è schierata la Nato su mandato ONU : i civili andavano difesi e bisognava impedire a Gheddafi di massacrare i rivoltosi. A me suonò strano questo interventismo europeo...mi "puzzava"...E non solo a me, tanto è vero che l'atteggiamento italiano fu estremamente ondivago e incerto il che non è una novità, specie in politica estera, ma stavolta con molte buone ragioni. Ci si mise di mezzo Obama con una telefonata personale a Berlusconi (molto sensibile a questo tipo di lusinghe) e poi nonno Napolitano. E quindi siamo li, a bombardare i libici da sei mesi, per proteggere i civili e in realtà per rovesciare Gheddafi, dittatore che ha il difetto di essere poco duttile con noi dell'ovest (ma si era molto ammorbidito dopo che REagan gli aveva fatto capire che era meglio non esagerare, pena la pellaccia) ma ha il pregio di NON essere protetto.
In Siria di mesi ne sono passati quasi altrettanti, sono morte circa 1.700 civili, Assad usa l'esercito contro il suo popolo ma l'occidente e l'Onu non riescono nemmeno a partorire un documento di condanna serio, con sanzioni Vere e la minaccia di un protezione aerea delle città oggetto di repressione. E questo perché Assad ha amici potenti, in primo luogo gli iraniani, e poi i Russi (con diritto di veto al consiglio di sicurezza ONU) e anche gli Hezbollah che di fatto presidiano il Libano.
Pare che Gheddafi stia per cadere. Anche nell'essere dittaori, bisogna essere "fortunati" e godere di "buone amicizie". In questo caso massacrare si può.

DAL CORRIERE.IT:
IL REGIME DI ASSAD CONTINUA LA REPRESSIONE
Siria, terzo giorno d'assedio a Latakia
L'appello e la condanna della Germania
L'esercito spara su un campo profughi: oltre 5.000 palestinesi in fuga. Berlino chiede l'intervento di Ue e Onu

Ancora sotto assedio la città portuale di Latakia, in Siria. Per il terzo giorno consecutivo la città è bombardata dalle forze siriane, stretta nella morsa di navi da guerra e carri armati: che sparano «contro qualsiasi cosa si muova». Secondo un bilancio fornito dagli attivisti siriani, sono almeno 27 le vittime dell'offensiva. Lo riporta il sito web della Bbc. Intanto arriva la condanna della Germania sui bombardamenti in atto a Latakia: Berlino invoca nuove sanzioni Ue contro la Siria ed esorta il Consiglio di sicurezza dell'Onu a discutere ancora in settimana della sanguinosa repressione del regime di Assad. Da quando è iniziata la rivolta anti-Assad, alla metà di marzo, sono oltre 1.700 le vittime della repressione.

BOMBARDAMENTI - L'offensiva è iniziata sabato 13 agosto. Il giorno precedente in città si era svolta una manifestazione di massa contro il regime del presidente Bashar al Assad. Le truppe siriane avrebbero aperto il fuoco contro i locali, tra cui donne e bambini, che cercano di fuggire dal distretto di Ramel, secondo quanto riporta la Bbc. Damasco ha detto che l'operazione è condotta contro gruppi terroristici. Intanto l'esercito siriano, appoggiato da carri armati, è penetrato lunedì mattina in diverse località della provincia di Homs, nel centro del paese. Secondo quanto hanno riferito attivisti siriani per i diritti dell'uomo, la località di Hula è sotto assedio e si sono uditi spari di mitragliatrice.

CONDANNA E DIPLOMAZIA - Il ministro degli Esteri tedesco Andreas Peschke ha condannato l'inaccettabile uso della violenza e ha spiegato che le notizie dell'attacco del regime alla città portuale siriana di Latakia forniscono altre buone ragioni per inviare un «messaggio forte» a Damasco e incrementare le sanzioni europee. Si muove però anche la diplomazia internazionale: a partire dagli Stati confinanti. Domenica sera il re saudita Abdallah ha incontrato il presidente turco Abdullah Gül per cercare una soluzione alla situazione siriana. Sabato, invece, il sovrano saudita ha telefonato a Barack Obama: gli Usa e l'Arabia Saudita hanno deciso di condannare «la brutale campagna di violenza del regime siriano contro il proprio popolo». Biasimo anche dalal Giordania: il primo ministro Marouf Al Bahkit chiede «l'immediata cessazione delle violenze». Secondo il quotidiano El Pais, invece, già in luglio il primo ministro Zapatero avrebbe inviato «in segreto» in Siria il suo consigliere speciale Bernardino Leon per presentare un piano di uscita dalla crisi siriana: c'era anche una proposta di asilo per la famiglia Assad.

PROFUGHI PALESTINESI IN FUGA - L'Agenzia per i rifugiati palestinesi delle Nazioni unite (Unrwa) ha riferito che oltre 5.000 palestinesi sono fuggiti dal campo profughi di Raml, a Latakia in Siria, dopo che l'esercito del regime di Damasco ha iniziato a sparare. «Nel campo risiedono circa 10.000 profughi, ma non possiamo accedere perché l'esercito ce lo impedisce», ha dichiarato Chris Gunness, portavoce dell'Unrwa. Domenica sera a Ramallah, in Cisgiordania, 400 giovani palestinesi hanno organizzato un sit-in di protesta «in solidarietà del popolo siriano».

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