giovedì 18 agosto 2011

REBECCA E L'ITALIA

Conosco piuttosto bene una persona le cui vicende economiche possono somigliare alla situazione finanziaria italiana , ovviamente a volo d'aquila e in modo semplificato.
Potrebbe essere un modo per capire il nocciolo della questione.
Dunque Rebecca, nome di fantasia, lavora senza la sicurezza di introiti di entità costante. Certi periodi il lavoro è maggiore, altri diminuisce, altri proprio non c'è.
Abituata fin da piccola ad un discreto tenore di vita grazie alla sua famiglia, ha avuto una buona istruzione ( è stata anche brava a studiare certo), ha fatto belle vacanze, visitato bei posti. Ma una volta laureata, il lavoro - un po' scelto un po' trovato - ha avuto la redditività discontinua sopra descritta.
La nostra Rebecca allora che fa? Quando il lavoro affluisce, guadagna decentemente  e altrettanto decentemente vive concedendosi piccoli "premi" (un vestito, una cosa carina per la casa, un viaggetto...) , quando diminuisce ovviamente non può concedersi "extra", quando proprio non c'è che fa? Chiede aiuto alla famiglia che puntualmente interviene.

E qui apro un inciso che credo importante  (da Rebecca torneremo tra un po') . Sappiamo, perché lo leggiamo da almeno 4 lustri, che la previdenza non ce la fa a causa dell'alto numero dei pensionati, crescente e durevole (come dico spesso, non moriamo più....e questa è una "disgrazia" ! ). L'invecchiamento della popolazione incide anche sulla spesa sanitaria - non moriamo ma mica stiamo sempre bene...con la vecchiaia gli acciacchi aumentano !. Quindi si parla spesso della riforma pensionistica che però va trattata con le molle. Sarkozy in Francia si è sciroppato non so quanti mesi di scioperi delle più varie categorie per la riforma delle pensioni (poi varata e non ho capito se è già insufficiente !). Da noi ogni governo ha toccato con mano tremante e allo stesso tempo chirurgica la materia, riuscendo a fare sicuramente dei cambiamenti che però stanno entrando a regime troppo lentamente rispetto al problema descritto. La conclusione è che i nostri anziani ( ma alcuni poi proprio anziani non sono.....meno di 60 anni è l'età media di quelli che in Italia prendono una pensione) costano troppo.
E questo è un fatto.
L'altro fatto è che i nostri genitori e anche i nostri nonni a volte sono un vero e  prorpio ammortizzatore sociale nemmeno troppo occulto ! E si perché egositi forse nei confronti delle "generazioni future " così genericamente definite, sono al contrario spesso molto generosi coi PROPRI figli e nipoti, aiutandoli e sostenendoli economicamente in un'epoca dove la precarietà del lavoro è diventata la regola.
Io personalmente sono dell'idea che sia sanità che pensioni vadano riviste, però questo elemento c'è : i nostri anziani , molti di loro almeno, quelle pensioni non le spendono solo per sé e sono un aiuto importante per tante famiglie più giovani che senza di loro non ce la farebbero. Lo Stato potrebbe aiutarli con sussidi di disoccupazione VERI (come quelli esistenti in Francia Germania  Svezia Gran Bretagna )? Penso proprio di no. E quindi la famiglia resta una "stampella" fondamentale anche quando sarebbe fuori tempo massimo.

E torniamo a Rebecca. L'abbiamo lasciata che nei mesi in cui il lavoro manca o anche quando è insufficiente che fa ? Si rivolge alla sua famiglia . Per sua fortuna questa interviene e copre.
Bene. Quando questi familiari non ci saranno più? SI tratta di persone normali, non lasceranno eredità che consentiranno a Rebecca di non avere problemi in futuro. Quindi?
A quel punto Rebecca dovrà imparare - se non sarà troppo tardi visto che il tempo che passa non trascorre mai a favore di chi lavora  - ad aumentare le sue entrate trovando lavori "altri" oltre quello che fa, insufficiente, o tagliare le spese, iniziando da quei "premi" che nei periodi buoni si concede. Probabilmente entrambe le cose.
Ecco, l'Italia è un po' come Rebecca. Abituata bene grazie a denaro non proprio (nell'esempio usato era la famiglia, per l'Italia sono i soldi presi in prestito coi titoli di stato) , non produce più abbastanza per mantenere lo stesso tenore di vita e non può indebitarsi ulteriormente (a Rebecca so morti i parenti, all'IItalia non prestano più soldi) . Quindi entrambe le nostre eroine devono cercare di aumentare le entrate (trovando nuovo lavoro, la prima, rilanciando la produzione la seconda) e tagliare le spese. Fare SOLA una delle due cose non sarebbe , alla lunga, sufficiente .
Ecco perché l'ulteriore aumento delle tasse non è cosa utile, ma serve solo a coprire l'emergenza (come i soldi elargiti a coprire i buchi provenienti dai familiari di Rebecca): con le tasse l'economia non riparte, ANZI, si deprime, e le spese resterebbero strutturalmente troppo elevate.
Ecco perché sono così tanti quelli che spingono sul tasto della Crescita economica come priorità rispetto ai tagli, pure INDISPENSABILI, e al recupero dell'evasione fiscale. A proposito di quest'ultima,  troppa gente fa finta di dimenticare che la stessa è alimentata  anche dal livello assurdo raggiunto in Italia dalla pressione del fisco, ormai a livelli superiori alla famosa Svezia, dove almeno   lo stato sociale funziona (quantomeno  abbastanza).
A Rebecca dico spesso che è più importante imparare a pescare che trovare qualcuno che ti compra il pesce....
Temo che questa piccola banale regoletta molti compatrioti se la siano dimenticata...
Rebecca di sicuro.

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