sabato 12 maggio 2012

VOLEVATE PREVENIRE LA PROTESTA FISCALE COL PRETESTO DEGLI EVASORI: ECCO I RISULTATI. E POSSONO PEGGIORARE


Le dimostrazioni a Napoli davanti all'Agenzia delle Entrate, con scontri tra agenti e manifestanti. Gli atti intimidatori, con bombe senza innesco inviate ai dirigenti di Befera. La protesta che prende i controni della ribellione, e questo nonostante i media abbiano levato il coro di condanna per atti che non possono essere giustificati, ancorché si ammetta che la situazione è diventata critica, e che la gente qualche ragione di protestare ce l'ha, anche se i modi scelti sono esecrabili.
Befera si lamenta, dicendo che loro si limitano ad applicare la legge, e in diversi, non solo dalla sinistra e dai sindacati, che a sentire parlare di tasse gli brillano gli occhi anche se poi formalmente dicono che sono troppe per i dipendenti e troppo poche per i ricchi che oltretutto le evadono (lasciamo perdere la circostanza che i primi sono obbligati a pagare, perché glieli tolgono PRIMA),solidarizzano con lui, capace servitore dello Stato  lasciato solo in un momento così critico.
Io mi sono già espresso al riguardo (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/05/befera-non-siamo-noi-i-cattivi-puo.html)  ma cerco di spiegarmi meglio. Quando i cittadini vogliono manifestare contro un sopruso che fanno? Manifestano. E dove lo fanno? Normalmente davanti ai luoghi simbolo del sopruso. Chi fisicamente emette le cartelle esattoriali? L'Agenzia delle Entrate, E chi pignora? Equitalia.
Ergo, mi pare NORMALE che la contestazione delle persone contro l'oppressione fiscale, gli interessi da usura applicati sui ritardati pagamenti (ma anche su quelli non effettuati per errori di calcolo, come se fosse difficile commetterne con quel ginepraio di norme, dove sbagliano anche i professionisti da noi pagati per adempiere al nostro dovere di contribuenti!!!), l'iniquità introdotte  nel contenzioso tributario, vengano espresse scegliendo come obiettivi proprio gli uffici degli uomini di Befera.
Il che non vuol dire mettere a rischio le persone, e nemmeno compiere atti vandalici. Ma fare sentire la propria voce, bé quello SI'.
Dopodiché, se sempre il capo dei due strumenti dell'Erario sentì il bisogno, nell'ottobre del 2010 e nel maggio del 2011 ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/05/befera-avvertiva-i-suoi-nel-2010.html) prendere carta e penna e richiamare i SUOI uomini ad un atteggiamento di rispetto, di disponibilità, di ascolto dei cittadini, affermando che così NON facendo inevitabilmente avrebbero fatto la figura degli ESTORSORI, qualche ragione l'avrà avuta???
Un imprenditore della provincia milanese - che dal 2003 litiga con l'Agenzia, che gli notifica cartelle per milioni di euro, poi annullate dalla commissioni tributarie - si esaspera di brutto e all'ennesima visita degli uomini di equitalia che - in presenza dell'ennesimo  processo - ancora cercano di trovare conti dell'impresa da bloccare, reagisce a pugni e calci. Da solo, li ha mandati all'ospedale entrambi, e ha lapidariamente commentato che lui non ha nessuna intenzione di ammazzarsi per Equitalia, come hanno fatto altri ridotti alla disperazione, e piuttosto farà questi e altri casini.
Non ci avevano pensato al Fisco che poteva accadere?
Nell'articolo che pubblico in un altro post - "Il Giudice e il Militare",  Davide Giacalone  riprende a sua volta la critica all'oppressione fiscale e anche al modo in cui l'Erario agisce, e  si tratta di persona specchiata, che certo non può essere imputata di sovversivismo.
Cita lo scrittore anche un episodio personale, un controllo recentemente subito, nel quale si sono scomodati CINQUE agenti cinque, di cui tre nel suo ufficio e due dal suo commercialista;  un'azione di concerto per evitare ogni sorta di "magheggi" (in romano, tentativi di fare i furbi). Ebbene, sapete cosa gli chiedono quelli che stanno nel suo ufficio? DI consegnargli la dichiarazione attestante che la sua contabilità si trova dal commercialista, vale  a dire la persona il cui incarico loro conoscono PERFETTAMENTE tanto  che due di loro già STANNO LI'!!!! Eppure, siccome è un foglio dovuto, meglio chiederlo, caso mai il professionista, così scorbuticamente critico con le tasse esose e ingiuste, se lo sia perso e sia possibile iniziare a multarlo!
Ecco, quei formalismi che Befera, nelle lettere richiamate, esortava ad evitare.
Non mi pare che gli venga dato molto ascolto.
E attenzione a confondere questa gente esasperata, a Napoli, a Cagliari, a Genova, nel Triveneto, con i soliti evasori. Figuratevi se il ricco, con lo yacht intestato a una società delle isole Cayman, si spara e va a manifestare davanti all'agenzia delle Entrate. Semmai, quando sarà bello stufo, se ne andrà in Austria o in Slovenia, come in tanti hanno già fatto.
No perché il rischio è che poi, per paura di questa parte della piazza, il moloch dello Stato sguinzagli, come già aveva iniziato a fare prima che iniziassero i suicidi, quelli  che pensano che stanno male e pagano tante tasse perché quegli Altri, che attaccano l'Erario, vogliono non pagarle!
Perché allora lo scontro, che già verbalmente è al calor bianco, diverrebbe fisico.
E le conseguenze non le voglio nemmeno immaginare.
Chiudendo con Befera, sottoscrivo quello che ripete Giacalone : se non voleva fare la parte dello sceriffo di Notthingham, poteva evitare di rimbalzare da una TV ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/05/befera-non-va-piu-in-tv-ed-e-una-buona.html ) all'altra per avallare e sponsorizzare la politica fiscale del governo. Non è un giorno che sta lì, sono 15 anni, facendo carriera, eppure prima sapeva fare il suo lavoro (non bello ma tant'è) senza tutta questa esposizione mediatica. I servitori dello Stato, quelli veri, sono "usi obbedir tacendo". Ecco, faccia il suo lavoro, e in TV ci mandi Monti, che tanto di rogne ne ha già tante.
Altrimenti non si lamenti dell'identificazione personale tra Fisco oppressore e il Capo che esalta i suoi blitz e fa battute sui risultati.

Nessun commento:

Posta un commento