Ora, chi non va a votare né vince né impedisce (tranne che ai referendum abrogativi ) di vincere . Questo lo so e lo dico subito. D'altro canto, capisco anche chi, di fronte ad una offerta di nomi desolante, proprio non ce la faccia e si astenga, almeno al primo turno, quando ce ne sono due, come alle amministrative comunali, e il voto dovrebbe essere PER. Al secondo già è diverso perché magari si scalda l'animo ferino del voto CONTRO, quello per il quale più che votare per avere sindaco Tizio, lo si fa per impedire che lo sia Caio.
E così accade magari, come successe nel 2008, che Rutelli a Roma fosse in testa di 5 punti, per perdere due settimane dopo di oltre sette !
Ricordate queste cosette, un astensione del quasi 50% dovrebbe imporre a TUTTI un decoroso basso profilo. Se i dati del momento venissero confermati, a Roma anche Marino, col suo 40% dei voti espressi, di fatto avrebbe ottenuto la preferenza di un romano su cinque !!! Che va bene per dire che si è vinto, e pure per governare, perché così consente la legge, ma anche col dovere della consapevolezza che tu e il tuo programma non siete stati apprezzati da ben oltre la metà della città !
Quanto ad Alemanno, cinque anni fa la rimonta gli riuscì, ma i punti che lo staccavano erano 5 e non 10, e nel 2008 la salute del centro destra era ben altra rispetto all'attuale. Quindi al suo posto non mi farei molte illusioni.
Marchini, la novità, alla fine non ha mai scaldato i cuori, non convincendo gli astenuti e prendendo una percentuale che sarebbe comunque dignitosa (quasi il 10% dei voti ) se non ci fosse quella pregiudiziale che vale per TUTTI : il 48%dei romani sono rimasti a casa !.
E quindi anche Fratelli d'Italia, che va meglio rispetto alle politiche, mostrando che forse potranno essere loro gli eredi di AN, costituendo una destra nuova, devono tarare il loro 6%, se confermato, sempre tenendo conto che si tratta di percentuale orfana di una metà di elettori aventi diritto.
Il M5S, come era nell'aria, è andato male. A febbraio si pensava ad un più che possibile ballottaggio con la sinistra e in quel caso magari si realizzava un secondo miracolo Pizzarotti ( Grillo non lo dice ma SA che l'unico sindaco importante che detiene è figlio del voto del centro destra al secondo turno, dato per impedire la coalizione di un sindaco "rosso" ).
Del resto, se l'astensione assume dimensioni così enormi, è evidente che anche Grillo, dopo le non belle figure finora registrate in Parlamento dai suoi (ma nemmeno lui fuori direi), riesce più a fare da intercettore degli scontenti, molti dei quali preferiscono disertare le urne.
Non credo che per Berlusconi il voto romano, negativo senza se e senza ma, sia una sorpresa, che già netta era stata la sconfitta nella regione e la capitale continua ad essere indigesta al centrodestra ( a Roma ormai sono tanti i sindaci di sinistra che si sono alternati negli ultimi 35 anni, iniziando con Argan, e poi Petroselli, Vetere , Rutelli e Veltroni ) , né Alemanno è stato un sindaco che poteva raccogliere voti trasversali, antipatico com'è.
Però, visto che l'astensione è generale, magari può utilmente riflettere sul fatto che i sondaggi che continuano a darlo in testa in caso di ritorno al voto, non vadano presi per oro colato con così tanta gente raccolta nel "Limbo" del non voto. Renzi, tanto per buttare lì un nome, ben potrebbe essere uno che ne sdogana tanti a proprio favore...
Infine il PD. Mi sembra che l'intenzione sia quella di cantare vittoria, abitudine che non porta benissimo ma che sembra essere più forte di loro. Del resto, i "migliori" mica possono essere scaramantici no ?
Però anche loro...a dire siamo il primo partito...anche qui magari qualche memento ?...Rutelli, che ha praticamente visto la sua fine politica col flop romano, prese il 45% dei voti nel 2008, non il 41 e SOPRATTUTTO quel 45% corrispondeva a 760.000 voti. Marino si attesterà intorno ai 500.000 ....Cioè un terzo di voti in meno rispetto a quando si era perso !
Renzi direbbe che giocare a chi perde di meno poi porta ai risultati del 25 febbraio....(Sicilia docet...).
Ciò posto, credo sia indubbio che per il PD questo turno elettorale sia un bel brodo caldo :
1) sono in testa nei ballottaggi
2) Grillo, il nuovo nemico a sinistra, perde.
Ecco comunque i dati e le dichiarazioni al momento postate sul Corsera on line
URNE CHIUSE, VIA ALLO SPOGLIO. RUSH FINALE PER IL CAMPIDOGLIO
Sindaco di Roma: Marino in testa col 41,4%
Ballottaggio con Alemanno (30,3%)
Scrutinato oltre un terzo dei seggi: M5S al 12,8%, quasi dimezzato rispetto alle Politiche. Marchini al 9,7%. Pd primo partito (24,7%)
ROMA - Urne chiuse alle 15. E subito via al toto sindaco. La quinta proiezione dell'istituto Piepoli per la Rai (scrutinato il 34,8% dei seggi) dà ancora in netto vantaggio Ignazio Marino con il 41,4%. Il candidato dem andrà dunque al ballottaggio il 9 e 10 giugno con il primo cittadino uscente Gianni Alemanno (30,3%), ma per capire definitivamente chi ha vinto e chi ha perso bisogna aspettare la serata di lunedì 27 con i primi risultati dello spoglio di 2.600 sezioni. Deludente la performance del Movimento 5 Stelle, con Marcello De Vito fermo al 12,8%, quasi un dimezzamento rispetto alle Politiche del 24 e 25 febbraio. «Piazzamento» al 9,7% per l'imprenditore indipendente Alfio Marchini.
I quattro candidati sindaco favoriti nello studio di Corriere.tv (Jpeg)
I PRIMI COMMENTI DI MARINO E ALEMANNO -Primi commenti sull'esito, ancora provvisorio, del voto. Marino,
che sta seguendo lo spoglio da casa, in tivù, si è detto «soddisfatto»
delle prime proiezioni. «Il dato importante - ha detto invece Alemanno -
è che arriviamo comunque al ballottaggio. Per me la partita è aperta:
bisogna combattere fino alla fine per il bene di Roma». M5S: ORDINE DI TACERE - Momenti di imbarazzo e confusione nel quartier generale del Movimento 5 stelle, il Grand Hotel Gianicolo. De Vito è uscito dalla sua stanza per rilasciare le prime dichiarazioni alla stampa sulle proiezioni, quando il suo portavoce, Stefano Zaghis, gli ha consigliato di aspettare le 18 e dati più concreti su cui pronunciarsi.
ALFIO E ARFIO - «Noi abbiamo vinto comunque, abbiamo ucciso il consociativismo, come vada vada». È quanto afferma Alfio Marchini in un dialogo ironico con il suo alter ego Arfio Marchini.
LE COALIZIONI - Il partito democratico, per ora, è il primo nella Capitale. All'istituto Piepoli risulta infatti che la coalizione che sostiene Marino è al 40,4%, con il Pd al 24,7% (gli altri partiti sono: Lista civica Marino 7,2%; Sel 5,8%; Centro democratico diritti e libertà 1,5%; Verdi 0,6%; Partito socialista 0,6%). Lo schieramento guidato da Alemanno è invece al 32,1% (Pdl 18,5%; Fratelli d'Italia 6,2%; Cittadini per Roma 5,1%; La Destra 1,7%; Movimento Unione Italiano 0,3%; Movimento Azzurri Italiani 0,3%). Il Movimento 5 Stelle supera il suo candidato sindaco con il 14,4%, mentre i partiti che affiancano Marchini sono al 6,9%.
Ignazio Marino e Gianni Alemanno
AFFLUENZA AL 52,80% - Stando al
portale del Comune, nelle 2.600 sezioni di Roma hanno votato 589.495
uomini su 1.107.114 aventi diritto (il 53,25%) e 656.156 donne su
1.252.005 aventi diritto (52,41%). L'affluenza nelle 2.600 sezioni è
stata dunque del 52,80%, (54,28% secondo il Viminale) in lieve
miglioramento rispetto ai dati delle 22 di domenica ma tuttavia
preoccupante, visto che nelle precedenti Comunali era stata del 73,6%.
Un calo di oltre 20 punti. L'ATTESA DEI CANDIDATI - Intanto i principali candidati (tra i 19 sfidanti in corsa per la poltrona di sindaco) hanno trascorso in modo diverso l'attesa del verdetto delle urne. Mattinata all'insegna del relax in famiglia per Alemanno: dopo la colazione, il candidato per il bis al Campidoglio ha passato ancora qualche ora a casa e verso le 12, accompagnato dalla moglie Isabella Rauti, ha raggiunto la sede del suo comitato elettorale sulla Nomentana, dove ha preso un caffè con l'amico Andrea Augello, responsabile della sua campagna elettorale. Con lui, ad aspettare i risultati del voto, oltre alla moglie anche il senatore e vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo e Francesco Storace, leader de La Destra.
IN HOTEL SUL GIANICOLO - Il penta stellato Marcello De Vito ha passato la mattinata con il suo staff e la famiglia per trasferirsi dalle 15 al Grand Hotel Gianicolo, scelto per seguire lo spoglio con i militanti e la stampa. Se il candidato M5S non si sbilancia, nel suo entourage si spera che l'astensionismo colpisca soprattutto i partiti tradizionali.
MEDICI ALL'ANGELO MAI - Il quinto incomodo, Sandro Medici, candidato sindaco della sinistra storica e giovanile con le liste Repubblica Romana, Sinistra per Roma e Partito Pirata, attende l'esito presso il centro sociale Angelo Mai, in via delle Terme di Caracalla «insieme ai candidati e alle candidate all'assemblea capitolina e nei 15 municipi della coalizione che lo sostiene».
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