martedì 14 maggio 2013

ILDA LA ROSSA E LE GAFFES DA TROPPA PASSIONE (ODIO ? )



Molti saranno gli aficianados andati in sullucchero alla performance di Ilda la Rossa. Niente di strano, nel paese dove campeggiano i resti di bellissimi anfiteatri all'interno dei quali la gente applaudiva in stato pre orgasmico alla vista del sangue nell'arena. Però ho visto anche molte approfondite critiche all'esibizione inquisitoria e questo mi ha sollevato l'umore.
Un caro amico e Maestro ne ha selezionati diversi, e io li ho raccolti qui.
Buona Lettura

Al direttore - Poiché ero incredulo, ho trascritto accuratamente la frase incriminata di Ilda Boccassini: “Furba di quella furbizia propria orientale delle sue origine, sfrutta, riesce in una, a sfruttare la propria essere extro-comunitaria”. I capelli rossi ce li ha, fino a prova contraria era un processo ed era pure di lunedì: abbiamo un nuovo Biscardi!
Guido Vitiello

ArchivioBordin Line

14 maggio 2013

Non posso fare a meno di pensare che Berlusconi avrebbe potuto utilizzare a proprio vantaggio i passaggi diciamo così più spericolati della requisitoria pronunciata ieri da Ilda Boccassini se avesse evitato la manifestazione di Brescia. Ciò premesso, alcune reazioni al suo discorso bresciano sono come minimo discutibili. Per esempio fanno riflettere certi interventi nei social forum. Roba del tipo: “Maledetto nano mafioso, lascia in pace la memoria di Tortora”. Mi sbaglierò ma chi scrive commenti del genere fa pensare che all’epoca del caso Tortora sarebbe stato con i linciatori. E del resto anche le pensose esecrazioni che si sono lette ieri a proposito della incauta citazione erano pubblicate su giornali che, tutti, avevano presentato Tortora per lungo tempo come un esponente del “terzo livello” della camorra. E, lasciando da parte Tortora, che dire delle parole del vicepresidente Vietti secondo il quale tutti dobbiamo non solo rispettare ma apprezzare e difendere la magistratura? Il rispetto, mancherebbe altro, è dovuto a tutti. La difesa dalle minacce mafiose, anche nel dubbio, comunque necessaria. Ma l’apprezzamento, in taluni casi, pare francamente eccessivo. Per parte mia chiedo subito una esimente almeno a proposito del dottore Ingroia.

La passione di Ilda

Non ha fatto una requisitoria ma un’incursione socio-pedagogica nel “sogno negativo” degli italiani

Alla fine della requisitoria, Ilda Boccassini ha lasciato che la passione la trasportasse in un sincero: “La procura lo condanna” (subito corretto in: la procura chiede la condanna) che andava oltre Silvio Berlusconi e il senso del reato nei suoi pubblici e privati uffici. E’ una condanna ancora più ampia, quella per cui Ilda Boccassini si batte: è il desiderio di cancellare un mondo, o almeno recintarlo, darne la responsabilità a Silvio Berlusconi e mettere bene in luce “il sogno italiano negativo”, come l’ha definito ieri parlando di “la Ruby” e di quella “furbizia orientale tipica delle sue origini, che riesce a sfruttare il suo essere extracomunitaria”. Ilda Boccassini parlava durante un freddo processo penale, ma a tratti è sembrato qualcosa di meno e anche qualcosa di più: un’incursione socio-antropologica, la puntata di un romanzo: la descrizione dell’invidia fra ragazze per le borse e i vestiti, la voglia di successo e soldi facili delle nuove generazioni, i sogni sbagliati di una vittima da difendere in quanto all’epoca dei fatti minorenne, ma descritta come una intelligente profittatrice marocchina, capace di sfruttare la religione del padre per fingere che fosse violento, e così raggiungere il suo obiettivo di una carriera nello spettacolo, vestiti e borse, e “disponibilità economica che tolgono ogni dubbio sulla sua reale professione”. “Difficile credere che una ragazza possa avere mille euro in tasca facendo animazione, che vuole dire far ridere clienti stupidi”. I clienti stupidi, il sogno negativo di Ruby e delle altre ragazze diventano, nella requisitoria finale di questo processo passionale, perfino il simbolo di “una parte della gioventù”, le ultime generazioni che hanno come obiettivo “lo spettacolo e i soldi, il guadagno facile, non la fatica e lo studio”. Anche le borse costose sono uno sbaglio, oltre che un indizio “che toglie ogni dubbio”. E’ andata ancora in scena, e in modo spettacolare, la netta e personalizzata divisione del mondo, a scopo pedagogico: i buoni e i cattivi, gli stupidi e i furbi, le bugiarde e le studiose, le orientali e le occidentali. Niente di nuovo, ma era un tribunale.
di Annalena Benini   –

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