mercoledì 27 novembre 2013

I SENATORI A VITA FINALMENTE IN AULA. IMPERDIBILE L'OCCASIONE DI DIRE AI NIPOTI "IO C'ERO !"

 
Oggi alla fine ci saremo tolti il dente della decadenza di Berlusconi, e pazienza se il rischio è che tra 10 o 20 anni si scrivereranno, su questi giorni, i ripensamenti e le rivisitazioni che finalmente oggi si leggono su Tangentopoli e sulla decapitazione giudiziaria della Prima Repubblica.
Finisse qui, ci sarebbe da essere contenti, ma dietro l'angolo c'è l'ulteriore scoop degli arresti, da parte di qualche volenteroso PM in cerca di gloria imperitura (l'uomo che ha messo le manette al Caimano ! ) e quindi avremo altri record di persecuzione giudiziaria nei confronti di un leader politico.
L'8 dicembre ci sarà poi la fine del tormentone della segreteria PD, e poi vedremo, a metà dicembre, se ci sarà l'enesimo voto di fiducia sulla Cancellieri, cosa accadrà, che finalmente Renzino sarà arrivato a Rodi...
Ma restiamo ad oggi.
La vicenda è delicata, come sempre quando di mezzo c'è il Cavaliere. Le curve sono armate e scatenate, impossibile tentare un ragionamento con loro. Ma nemmeno con gli amici normalmente più ragionevoli la cosa è possibile, perché anche con loro il terreno è minato. 
Sentire evocare i sacri principi della legalità, disattesi ogni due per tre nel nostro paese OGNI GIORNO, non fa bene allo stomaco. Figuriamoci se poi tocca sentire cose come "la legge è uguale per tutti" , o che "sia sbagliato che la politica entri nel merito dei processi", come twitta Leva, l'attuale (ma durano poco ste cariche, non ci sarebbe da preoccuparsi troppo, se non fosse che , chi arriva dopo, è peggio) responsabile della Giustizia del PD. Ma se la politica doveva accettare supinamente le decisioni dei magistrati, gentile Leva , per quale caspita di motivo oggi stareste votando ?? Forse che i redattori della Costituzione non avevano previsto la possibilità che fossero giudizialmente colpiti gli eletti dal popolo e aveva riservato al parlamento un giudizio nel merito ? Verificare un fumus persecutionis ? Che qualcosa non quadri ? 
Ma è inutile sviscerare l'argomento, ci sono ben più che indizi che i partiti avversi a Berlusconi, e PD in testa, non vogliono perdere l'occasione di disfarsi di un nemico che purtroppo nelle urne li ha sempre bastonati, anche quando non vince (unica eccezione, nel 1996). Renzi che diceva che Berlusconi andava sconfitto nelle urne e non nelle aule di giustizia, ha cavalcato come e più degli altri la vicenda della decadenza, discettando di giustizia lui che veramente (parole di suoi sodali che lo conoscono bene, ma non è che non si veda ad occhio nudo)  se c'è una materia in cui ci capisce una sega è proprio questa.
E quindi le tappe forzate per arrivare a questo voto, e lo scempio, veramente imbarazzante (notare che evito sempre la parola "vergognoso",  inflazionata, che lascio volentieri alla retorica altrui) dell'adozione del voto palese, contro ogni prassi consolidata del Senato. Che poi le cose non sarebbero cambiate, ma loro, grillini e PD, hanno preferito non correre rischi. 
Infine, dulcis in fundo, oggi sono presenti anche i senatori a vita, tutta gente rigorosamente scelta nel campo "progressista", che a Palazzo Madama hanno dovuto distribuire le foto in portineria per evitare imbarazzanti stop all'insegna "scusi lei dove sta andando" a Renzo Piano e agli  altri eroi eletti in fretta e furia da Napolitano, e che da quelle parti non ci hanno messo praticamente piede, e invece OGGI ci sono.
Penosi, veramente penosi. 
Mi consola che come me la pensano persone di sinistra, socialisti storici come Tommaso Sessa, apprezzato fondatore del Movimento RI.SA.LI.RE (ma guida molte altre associazioni terriotoriale, di ispirazione liberal socialista) , o comunisti (ex) come Giuseppe Caldarola.
Il primo ha postato un comunicato nel quale, tra l'altro, si legge :
"Oggi, come abbiamo detto, si vota sulla decadenza dell'ex Presidente del Consiglio. Noi di "Risalire" abbiamo sempre sostenuto che, dopo la condanna della Cassazione, Berlusconi avrebbe fatto bene a rassegnare le dimissioni e non averlo fatto è stato un grave errore. Detto questo, non ci siamo mai astenuti dal sottolineare gli errori del PD che, abbiamo detto, non guarirà mai dalla grave malattia del "giustizialismo". In ossequio a questa loro cultura, si sono rifiutati di inviare la legge Severino davanti alla Corte per accertare la sua incostituzionalità, non hanno accettato il suggerimento dell'unico socialista presenta nella Giunta del Senato, con cui si chiedeva di attendere il giudizio definitivo della Corte di Appello di Milano per il calcolo della interdizione dai pubblici uffici. Come avete visto, la sentenza definitiva è arrivata in tempi brevi e se il Cavaliere si fosse dimesso, visto che comunque avrebbe dovuto farlo, avrebbe avuto una interdizione dai pubblici uffici di soli due anni. I post comunisti del PD, non contenti, hanno anche accolto la proposta di voto palese per l'esclusione di Silvio, interrompendo così una prassi consolidata in base ad un principio di civiltà giuridica che durava, in Italia, ormai da un secolo e mezzo".
Il secondo ha commentato "Due mondi  (quelli del PD e di Forza Italia ndC) sconfitti entrambi perché hanno rinunciato alla politica, entrambi, paradossalmente, avendo affidato alle corti di giustizia di dirimere un contrasto interamente politico."
Riporto la polemica occorsa in Senato tra quelli di FI e i senatori a vita. Anche il cronista del Corsera ha dovuto scrivere che in effetti i personaggi in questione   hanno collezionato un numero risibile di presenze. 
Ma questa non se la potevano perdere.
Vuoi mettere dire orgogliosi ai nipoti "Io c'ero!" ?

 
  

Forza Italia attacca i senatori a vita:
«Non ci siete mai, perché oggi sì?»

Percentuali bassissime di presenze per i membri nominati da Napolitano. Piano non ha mai votato. Ma neppure Berlusconi

 
Renzo Piano in aula al Senato (Ansa)Renzo Piano in aula al Senato (Ansa)
Il loro voto potrebbe essere determinante sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Per questo i senatori a vita recentemente nominati da Giorgio Napolitano sono finiti nel mirino di Sandro Bondi e Maurizio Gasparri: «Vergognatevi!».
Bondi lo ha detto a chiare lettere in conclusione del suo intervento in aula: «Chiedo ai colleghi senatori se ritengono opportuno e accettabile se coloro che sono stati di recente nominati senatori a vita che non si sono contraddistinti per una loro presenza fattiva siano oggi presenti per un voto come questo sulla decadenza del leader del centrodestra italiano». Un appunto a cui ha subito replicato il capogruppo dei senatori del Pd, Luigi Zanda: «Il nostro ordinamento costituzionale prevede la presenza dei senatori a vita che, dal momento della loro nomina, sono senatori a tutti gli effetti».
La presenza dei senatori a vita di più recente nomina, però, non è in effetti stata particolarmente assidua. Da quando sono stati nominati dal presidente della Repubblica lo scorso 30 agosto, le sedute del Senato sono state 48, per un totale di 629 votazioni. Tolto Claudio Abbado assente per motivi di salute (e non è presente neppure oggi, come sempre per motivi di salute l’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi), gli altri tre hanno collezionato un numero risibile di presenze.
Elena Cattaneo, ad esempio, la più assidua dei tre, ha preso parte a 115 votazioni, pari al 18,28% del totale. Carlo Rubbia ha votato solo 5 volte, per una percentuale dello 0,79%. Renzo Piano, infine, non ha mai votato sino ad oggi: zero presenze in occasione dei 629 voti a cui avrebbe potuto partecipare e di conseguenza 0% sul totale . Per questo motivo proprio lui è finito nel mirino di Gasparri che lo ha chiamato in causa per nome e cognome. C’è tuttavia anche un altro senatore che risulta non avere mai partecipato ad alcuna votazione: è proprio Silvio Berlusconi che il sistema di rilevazione dei voti di Palazzo Madama non ha mai registrato come presente in alcuna delle 1.856 votazioni effettuate dall’inizio della legislatura: anche per lui un inesorabile 0%.

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