La Cancellieri non sarà alla fine difesa da nessuno, non appartenendo ad un partito e quindi alla fine Letta dovrà mollarla e lei si dimetterà. Peccato, personalmente ne ho avuto buona impressione in questi due anni in cui è stata prima ministro degli Interni (con Monti, e probabilmente era il posto più giusto per lei), ora della Giustizia, che è poltrona pericolosissima. Lo scandalo che proviene dal Corriere della Sera - la coerenza non si sposa con gli affari : molti degli opinionisti del giornale criticano la pratica delle intercettazioni "selvagge", però poi la gloriosa testata non si sottrae, e anzi, in questa materia vanta più di uno scoop - colpisce un ministro che si era probabilmente troppo esposto in favore dell'amnistia e dell'indulto, roba notoriamente indigesta ai giudici.
In passato toccò a Mastella pagare dazio, reo non solo di aver promosso l'indulto del 2006 ma anche di aver proposto una legge di più rigorosa disciplina in materia di fuga di notizie, violazione del segreto istruttorio, intercettazioni. Risultato : indagata la moglie sindaco, lui dimesso, governo Prodi caduto.
Questo se non altro però spiega una cosa : non è che le toghe siano "rosse" (ancorché si sa che in magistratura democratica sia così), quindi amiche di governi di sinistra e nemiche degli altri. E' quello che di fatto succede, ma semplicemente perché i primi normalmente non disturbano l'ANM, i secondi a volte sì. Ma se in un governo di sinistra (com'era quello di Prodi e Mastella) o in uno non di destra, qualcuno si sbaglia e tocca i fili del potere giudiziario che i magistrati si sono annessi, facile che resti fulminato.
Che mica tutti hanno consenso, ricchezza e fuoco mediatico per resistere ad attacchi del genere.
La malizia sul caso Cancellieri non è grano del mio sacco, bensì di Piero Sansonetti, uomo della vecchia sinistra libertaria e dichiarato nemico della deriva giudiziaria cui si assiste, che ha scritto l'articolo che di seguito posto.
Buona Lettura
"Chi vuole l’amnistia muore. Cancellieri bastonata come Mastella"
La ministra Cancellieri tra poco non sarà più ministra. E’ molto probabile che finirà così lo scandalo lanciato dal “Corriere della Sera”. Perché non sarà più ministra? Volete sapere l’apparenza o la verità? La verità è semplicissima: la ministra Cancellieri stava lavorando a un progetto di amnistia. Cioè rischiava di macchiarsi dello stesso peccato del quale si macchiò il suo predecessore Clemente Mastella, nel 2007, firmando l’indulto. Il più forte – largamente il più forte- dei poteri politici in Italia, e cioè il potere giudiziario, è saldissimamente contrario ad amnistia e indulto. Considera ogni tipo di provvedimento di clemenza come una sfida al potere assoluto e discrezionale che ritiene aver ricevuto da Dio. Il potere giudiziario è pronto a neutralizzare qualunque ministro osi sfidarlo su questo terreno. Nel 2007-2008 per colpire Mastella fece cadere il governo Prodi e riconsegnò il potere a Berlusconi. Stavolta se l’è presa con la ministra della giustizia in carica (che peraltro non è affatto una libertaria e fu una ministra dell’Interno arcigna e autoritaria) e l’ha impallinata attraverso il solito sistema: intercettazione, fuga di notizie, pubblicazione delle intercettazioni. La ministra sarà costretta alle dimissioni.
Cosa risulta dalle intercettazioni? Tre cose. La prima è l’amicizia storica della Cancellieri con la moglie del palazzinaro Ligresti (arrestato in luglio assieme a tutti i suoi figli per un crack finanziario); la seconda è l’eccesso di ricchezza e di spregiudicatezza di suo figlio; la terza è il suo pensiero – solo il suo pensiero, ma colpevolmente confessato al telefono – che se una ragazza sta in carcerazione preventiva senza buone ragioni, in evidente violazione della legge, e se per di più è affetta da anoressia, e rischia la vita, allora è meglio mandarla ai domiciliari, e cioè sospendere il trattamento di tortura avviato con la speranza di farla confessare.
Sulla amicizia storica coi Ligresti c’è poco da dire. Ognuno si sceglie gli amici che vuole. La Costituzione non prevede che le amicizie di un ministro siano preselezionate dai giornali né da Travaglio&Santoro. Sul figlio c’è da dire che effettivamente, come la gran parte dei super-manager, probabilmente capisce poco di economica e di amministrazione e per motivi misteriosi viene pagato milioni e milioni (la sua avventura a Fonsai assomiglia maledettamente a quella di De Benedetti alla Fiat e all’Ambrosiano…). E tuttavia anche qui il reato non si vede: purtroppo in Italia arricchirsi esageratamente non è un reato e il capitalismo finanziario – che è un mostro orrendo – non è vietato.
Sul terzo punto invece tocca, a malincuore, battere le mani alla ministra. E davvero fa un po’ ribrezzo questa campagna volta a scannare Giulia Ligresti. Oltretutto nel caso Ligresti è evidente che lo scandalo non sta nella scarcerazione ma nella retata: hanno catturato tutta la famiglia (tranne un figlio che è riuscito a scappare in Svizzera) e la tengono prigioniera violando – come succede spessissimo: quasi sempre – ogni norma sulla carcerazione preventiva. Sono pratiche da regime dittatoriale. Naturalmente è legittima l’obiezione: ma perché la Cancellieri non interviene per far liberare dal carcere tanti poveri cristi? Giustissimo, la colpa della Cancellieri è esattamente questa, e cioè esattamente il contrario di quello per cui la si accusa.
Il forcaiolismo è davvero una brutta bestia: non gliene importa niente di nulla, è solo assatanato dalla necessità di impalare i sospetti, vederli marcire in carcere, morire… Che brutta strada sta prendendo l’Italia. Ha ragione Letta, se l’Europa non si libera di questi populismi (li ha chiamati così: con gentilezza…) è destinata a decadere. Perché quando la civiltà giuridica e umana rincula, diventa infame, crudele, travolge il diritto e lo sostituisce con l’odio, le società pagano un prezzo altissimo.
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