Visti da vicino tutti rimpiccoliscono. Un saggio motto popolare che per una persona come Pietro Grasso, ieri capo dell'antimafia, oggi Presidente del Senato (l'ultimo dispetto di Bersani prima della sepoltura in panchina) calza come un guanto.
Definire uno come Gaspare Spatuzza "uomo sincero" , dopo che la falsità di questo essere subumano è stata accertata in tre processi, tanto che addirittura Ingroia, che ne aveva fatto il suo asso nella manica per i suoi teoremi complottistici, ha dovuto arrendersi alla inaffidabilità più totale del soggetto in questione (che ha calunniato anche l'ex famoso PM), bè, ci vuole stomaco.
Ovviamente l'attuale capo del Senato (non ci posso pensà...) è abile e circoscrive la patente di uomo (uomo ? Spatuzza è un essere umano ? ) sincero alle dichiarazioni - insinuazioni relative ai rapporti tra mafia e Berlusconi, un ever green, dove non ti sbagli mai. Lì riscontri non ce ne sono, né in un senso né all'opposto, e associare il Cavaliere a qualsiasi forma del Male riscuote sempre l'entusiasmo di una certa parte insana del pubblico italico.
Pietro Grasso è persona anziana, lontana dagli studi romanistici, magari dimentico quindi del brocardo latino "falsus in uno falsus in omnibus". Eppure è stato magistrato, sa cosa rende un teste attendibile o meno...
Ma in realtà, lo sappiamo bene, non gli interessa. Solo che nel definire Spatuzza uomo sincero, stavolta il presidente dei senatori finisce in un guano brutto.
Eppure lo scranno più alto di Palazzo Madama è stato occupato da uomini come De Nicola, Paratore, Malagodi, Spadolini...possibile che non c'era proprio nulla di meglio ??
Facci dedica il suo appunto quotidiano alla vicenda, ricordando, oltre alle menzogne conclamate del pentito Spatuzza, che razza di mostruoso assassino sia stato.
Allora, dove dei riscontri certi e assoluti vi siano stati, bene, prendiamo atto che insieme alle mille menzogne Spatuzza ha confessato anche crimini veri (i suoi, per lo più, quelli che conosceva veramente). Negli altri casi, le parole di un uomo del genere squalificano chi ne fa e dà pubblicità.
Appunto
Se per Pietro Grasso il mafioso Spatuzza "è sincero"
Secondo Pietro Grasso, presidente del Senato, il pentito mafioso Gaspare Spatuzza «fu sincero»: l’ha scritto in una «prefazione» che evidentemente non poteva fare a meno di scrivere. Spatuzza in effetti confessò plurimi omicidi dei quali era accusato, ne rivelò altri, soprattutto si autoaccusò - fornendo prove - d’aver preso parte alla strage di via D’Amelio; Spatuzza ha sbugiardato tre processi nei tre rispettivi gradi di giudizio (comprensivi perciò di false accuse, falsi pentiti, falsi colpevoli) e ha sputtanato quei magistrati che per anni erano andati a farfalle. Il problema è che nell’articolo che riporta la prefazione di Grasso, sul Corsera, l’espressione «fu sincero» è associata a «parlò di Berlusconi e la mafia», ossia a circostanze che di riscontri invece non ne hanno avuti. Dunque la seconda carica dello Stato, se proprio deve scrivere prefazioni, potrebbe essere più puntuale: potrebbe anche ricordarci, per esempio, che Spatuzza ha fatto sei stragi, che ha trucidato violentemente quaranta persone, che ha fatto fuori anche Don Puglisi, e che poi, un giorno, andò a prendere il piccolo Giuseppe Di Matteo (13 anni) al maneggio di Altofonte, poi gli disse che l’avrebbe portato dal suo papà che non vedeva da molto tempo («Papà mio», disse il piccolo) ma poi il bambino fu legato «come un animale» (l’espressione è di Spatuzza) e fu imprigionato per due anni in un merdoso porcile siciliano, infine sciolto nell’acido. Però fu sincero, Spatuzza.
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