Sex addict ma capace di intendere e di volere. Questo pare sia il responso della perizia effettuata sul professor Giordano, il professore di Saluzzo che magari alcuni ricordano per il clamore che suscitò qualche mese fa la sua vicenda. Valter Giordano era professore di lettere nel liceo Soleri di Saluzzo, amatissimo dagli studenti , ex compresi, e stimato da Preside e colleghi (ne abbiamo parlato in molti post, tra cui http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/08/ero-innamorata-del-mio-professore.html e http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/08/continua-lo-strano-caso-del-prof.html ).
Un bel giorno si scopre che aveva relazioni sessuali con le studentesse, due sicuramente, e il mito si è sgretolato. Non subito, che evidentemente il professore aveva costruito una considerazione solida tra i suoi conoscenti, e per diverso tempo è stato graniticamente difeso. Non si credeva alle accuse, e anche quando sono trapelate le prime ammissioni, c'è chi ha continuato a difenderlo pensando ad un rapporto comunque consenziente, una infatuazione non rara nelle aule delle scuole superiori. Poi anche questa tesi si è indebolita, perché, almeno da parte del professore, non esattamente di amore si trattava ma di una sorta di mania sessuale, sostenuta dagli stessi suoi difensori che hanno cercato di dimostrarla tramite perizia medica volta ad escludere o quantomeno attenuare l'elemento del dolo nella condotta dell'insegnante. Pare che la consulenza del PM abbia escluso l' incapacità di intendere e di volere, pur rivelandosi portatore di " un disfunzionamento psichico correlato al disturbo della personalità. Un disturbo a tratti compulsivo , ossessivo, schizoide, narcisstico e dipendente...ma le osservazioni fatte non mettono in evidenza un disturbo così rilevante da alterare il rapporto con la realtà" Insomma, la sua capacità cognitiva e volitiva non è mai venuta meno per cui dipendente dal sesso sì, matto no.
L'accusa alla fine è di violenza sessuale con abuso di autorità (oltre che di pornografia minorile) , per cui avevamo ragione noi a sottolineare sempre, ai tempi, che la questione NON era il rapporto con studentesse minorenni, visto che erano anche ultra sedicenni e consenzienti, ma il fatto che questo consenso fosse viziato da un abuso. Come scritto più volte, l'art. 609 quater del codice penale stabilisce che un consenso sessuale è valido dai 14 anni, età che si eleva a 16 se il partner ricopre un particolare ruolo, e tra questi c'è quello di insegnante. Ma dopo i 16 anni è valido anche con il prof. A questo punto deve scattare un'altra contestazione per immaginare il reato di violenza sessuale, e nel caso di specie il PM sostiene che le due ragazze si sottoponevano ai desideri del Giordano perché in uno stato di "inferiorità e sudditanza psichica conseguente al ruolo di allieve". E no, caro PM, NON ci siamo. Va bene l'accusa se si registra quello che un tempo si chiamava plagio, una condotta del professore volta a sedurre le ragazze attraverso una sorta di lavaggio del cervello, agevolato dal suo ruolo. Diverso - e sbagliato a mio avviso - è affermare una rapporto di causa effetto tra l'essere allieve ed essere psicologicamente manipolabili fino ad annullare il proprio arbitrio. Ma sicuramente è così, che se fosse giusta l'interpetazione contestata la colpevolezza del Giordano sarebbe da tempo certa, in re ipsa direbbero i latini, tramite un mero sillogismo : premessa maggiore, lui insegnante delle ragazze ; premessa minore loro minorenni; risultante, lui colpevole di violenza sessuale anche se il rapporto fu consenziente.
Invece sono state fatte perizie, l'accusa fa riferimento all' "abuso di autorità", si accenna all'approfittamento dello stato di depressione in cui versavano entrambe le ragazze, insomma, il quadro deve essere completato perché vi sia il reato, che le due premesse citate, da sole, non basterebbero.
Allo stesso tempo va detto che se i difensori si sono giocati la carta della almeno parziale capacità di intendere e volere del Giordano, potrebbe voler dire che sono consapevoli dell'esistenza di elementi che possono confermare l'abuso da parte dell'adulto.
Intanto, anche la ragazza che a suo tempo si rifiutava di costituirsi parte civile contro il suo insegnante, ribadendo di aver fatto tutto per "amore", oggi pare averci ripensato.
Sarà un brutto processo.
Questa la notizia sull'esito della perizia psichiatrica come riportata dal Messaggero.it
Saluzzo, perizia psichiatrica per il prof che avrebbe abusato delle allieve: non è né pazzo né pedofilo
Non è pazzo nè un pedofilo Valter Giordano, l'insegnante di liceo
arrestato la scorsa estate a Saluzzo, nel Cuneese, per violenza sessuale
su due studentesse all'epoca minorenni. Lo rivelano le perizie
sulla personalità del professore, ai domiciliari in una comunità
religiosa dove ha scelto di passare anche il Natale senza chiedere
permessi.
La consulenza, anticipata dal quotidiano La Repubblica, è stata depositata oggi alla Procura di Cuneo dallo psichiatra torinese Elvezio Pirfo. Tra Giordano, l'insegnante che declamava Dante con le lacrime agli occhi, e le sue vittime e partner c'erano quasi 40 anni di differenza. Il professore, secondo la perizia riportata da Repubblica, soffrirebbe di «disturbo narcisistico della personalità». Un adulto che conosceva «il disvalore» del suo comportamento e, infatti, imponeva alle vittime il silenzio totale.
L'indagine, con la perizia, dovrebbe essere ormai alle battute finali. I magistrati che indagano sulla vicenda dallo scorso maggio hanno esaminato nel corso di questi mesi le numerose intercettazioni tra il professore e le sue allieve-amanti: oltre 57 mila contatti, 106 tra telefonate ed sms ogni giorno.
La consulenza, anticipata dal quotidiano La Repubblica, è stata depositata oggi alla Procura di Cuneo dallo psichiatra torinese Elvezio Pirfo. Tra Giordano, l'insegnante che declamava Dante con le lacrime agli occhi, e le sue vittime e partner c'erano quasi 40 anni di differenza. Il professore, secondo la perizia riportata da Repubblica, soffrirebbe di «disturbo narcisistico della personalità». Un adulto che conosceva «il disvalore» del suo comportamento e, infatti, imponeva alle vittime il silenzio totale.
L'indagine, con la perizia, dovrebbe essere ormai alle battute finali. I magistrati che indagano sulla vicenda dallo scorso maggio hanno esaminato nel corso di questi mesi le numerose intercettazioni tra il professore e le sue allieve-amanti: oltre 57 mila contatti, 106 tra telefonate ed sms ogni giorno.
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