lunedì 5 maggio 2014

AGNELLI : NIENTE TERZA STELLA SULLE MAGLIE. GLI SCUDETTI SONO 32


Lo avevo ipotizzato e così è stato. La conquista dello scudetto di quest'anno da parte della Juventus significava, secondo la contabilità ufficiale della Federazione, il raggiungimento del trentesimo titolo e quindi il diritto di fregiarsi della terza stella (una ogni dieci scudetti ). Ebbene, siccome la Juventus, non solo i tifosi ma anche la società, hanno sempre ritenuto legittimamente conquistati sul campo i due revocati, quelli del 2005 e 2006, la terza stella, per loro, è stata conquistata già col primo degli scudetti dell'era contiana, due anni fa, e infatti allo Stadium le tre stelle già campeggiano dal 2012 (immagine in alto), così come in altri logo  rappresentativi della squadra,
Per evitare polemiche e contrasti con la federazione - che già basta la milionaria causa di risarcimento danni tuttora pendente con la FIGC, prossima udienza in giugno - Agnelli decise di non far apparire più nessuna stella sulle maglie dei bianconeri. E così continuerà ad essere.
"Semmai" ha detto il Presidente "quando un'altra squadra italiana si fregerà della seconda, allora potremo decidere di far apparire le nostre tre, a ricordare la differenza che ci separa".
Sicuramente una decisione orgogliosa che sarà apprezzata dai milioni di tifosi bianconeri.
DI seguito il servizio con la notizia tratto da La Stampa.it 


Agnelli, orgoglio Juve: “Gli scudetti sono 32”

Il presidente bianconero dopo lo scudetto: «Niente terza stella,
ma se una squadra arriverà alla seconda, ce la potremo mettere»

ANSA
La gioia dei tifosi ieri nelle vie del centro di Torino

TORINO
Il giorno dopo Andrea Agnelli aggiorna la contabilità di casa Juve: «Una piccola curiosità - spiega il presidente bianconero, alla fine della presentazione della Unesco Cup - visto che se ne parla spesso o ne sento parlare, e anche amici mi fanno questa domanda: la terza stella non ci sarà, per noi gli scudetti sono 32, anche se la contabilità ufficiale dice che sono 30». 
Se dunque la terza stella non verrà cucita sulle maglie, sarà però tenuta in magazzino, pronta all’uso: «Quello che però oggi ci è concesso - continua Agnelli - è che se e quando, qualcuno arriverà a poter mettere la seconda stella, ecco che noi anche ufficialmente potremmo mettere la terza, per rimarcare la differenza tra noi e gli altri». Malissimo che vada, non prima di un paio di stagioni, visto i diciotto scudetti di Inter e Milan. 
Prima della conta dei trofei, Agnelli aveva fatto i complimenti: «Io ho avuto modo di dirlo a Conte, ai giocatori, al direttore Marotta, all’amministratore Mazzia, a Pavel (Nedved) e a Paratici (il ds), che trovare aggettivi per descrivere quello che è stato fatto è estremamente difficile. Abbiamo scritto una pagina della storia della Juventus, e il merito è soprattutto del mister, dei ragazzi e di tutti i miei collaboratori che lavorano giorno e notte, incessantemente, per far sì che questi risultati vengano ottenuti». 
Non è possibile fare domande, ma il presidente racconta molte cose comunque: «Chiuderei con un’analisi di più ampio respiro. Mi è capitato di leggere alcuni commenti sul fallimento del Bayern Monaco: ecco, parlare di fallimento su una squadra come il Bayern, mi sembra veramente eccessivo. Questo per abbinarlo a un ragionamento su una Juve che l’anno scorso è arrivata nei quarti di finale di Champions League, e quest’anno ha raggiunto le semifinali di Europa League». E’ il cammino che conta, non solo la meta: «E’ un percorso di crescita ed è chiaro che il nostro obiettivo è quello di vincere le competizioni che affrontiamo - racconta ancora il numero uno della Juve - ma siamo consapevoli che a inizio stagione sono circa un centinaio le squadre che entrano in Champions e in Europa League, e che solo due vincono. Dire che le altre 98 squadre hanno tutte fallito è assolutamente sbagliato». 
Ecco dunque il giudizio sull’annata bianconera: «Io credo che la nostra stagione sia stata sportivamente parlando molto positiva. Di questo va dato tutto il merito possibile al mister, ai ragazzi, ai dirigenti, agli uomini e alle donne della Juventus. Io sono estremamente orgoglioso di quello che è stato fatto». Ma è già storia: «So perfettamente che oggi si chiude un capitolo e da quando abbiamo acquisito il risultato stiamo già lavorando per la prossima stagione: perché quello che conta è quello che deve succedere e non quello che è successo». 



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