lunedì 5 maggio 2014

LE PAGELLE DELLA TERZA STELLA PER TUTTI



L' avvocato Agnelli sognava la terza stella, e con il gusto della sfida - signorile, che questa era la cifra assoluta dell'Uomo - si domandava se avrebbe raggiunto prima la Juve il traguardo del tris, rispetto alle milanesi impegnate a conquistare la seconda.
Immagino che sia soddisfatto nel vedere da lassù com'è andata, anche se avrebbe preferito - e noi con lui - esserci di persona.
La Juve, che sul suo campo da due anni esibisce le tre stelle, ora potrà, se vorrà - magari continuerà a non farlo, per non "piegarsi" al conteggio della FIGC - cucirle sulle maglie senza sollevare polemiche. 
Fa bene la Società a coltivare la narrazione dei 32 scudetti sul campo, presente anche quest'anno nelle maglie celebrative, che erano già pronte, che la matematica è una cosa seria ma anche il senso di realtà non scherza. 
Nella mia vita di fan della Juve di scudetti  ne ho festeggiati 19 (poi due sono stati tolti dall'albo, però, almeno uno, il primo, per un po' me lo avevano fatto godere ) , e celebrato la conquista di due delle tre stelle.
Milan e Inter sono lì che rimirano la seconda, entrambe a 18 (i nerazzurri hanno tesaurizzato alla grande il periodo dell'azzeramento juventino post calciopoli),  tutte le altre sono a distanze siderali dalla prima.
Quando ero ragazzino scelsi la Juve, io di Roma, non perché vinceva ( quando io facevo le elementari dominavano, anche in Europa, le milanesi, di Herrera e di Rocco ) ma perché per la Signora tifava lo zio preferito, e poi perché mi infatuai di Bettega, esordiente ventenne,  fortissimo di testa che delle specialità dell'attaccante era (è) quella che mi affascina di più. 
Questo per rispondere alle amiche che mi domandano come mai non tifo per i giallorossi ( o, proprio al limite limite, per i laziali). La squadra si sceglie da piccoli per i motivi più svariati, a volte impensabili. E poi resta quella per sempre, l'unica cosa a cui noi italiani restiamo fedeli. A dispetto dell'ammirazione, della predilezione tecnica, che se per questo la mia squadra italiana di elezione è stata il Milan di Sacchi, che per me resta quella che ho visto giocare meglio in assoluto.
Ciò posto, e convinto che questa squadra dovrà subire ben più che una "rinfrescata" per rimanere forte in Italia ma soprattutto crescere in Europa (francamente al quarto scudetto di fila non penso), mi diverto a fare le mie "pagelle" della stagione, che dopo la conquista del titolo le fanno tutti. 
Mi diverte scrivere di calcio, è facile e rilassante. Ho sempre invidiato i giornalisti sportivi, pagati per "giocare". Ho sempre pensato che tra un giornalista "altro" ed uno "sportivo" ci fosse la differenza che passa tra un medico vero e uno estetico.
 Dunque le pagelle del Camerlengo :
BUFFON : 8   Quasi mi verrebbe da dire che dei tre scudetti ultimi, questo è quello dove ha fatto meglio, anche perché meno protetto da una difesa che non è stata sempre solida come in precedenza (specie la scorsa stagione). Però ha 36 anni, e non si fida più a bloccare. Insomma, non sarà proprio domani, ma anche per il grande Gigi sta arrivando il passo d'addio
BARZAGLI : 7,5 Strepitoso per due anni,  quest'anno è stato tradito da guai fisici che lo hanno fatto mancare praticamente per tutto il girone di ritorno . All'inizio il più forte, come spesso gli succede del trio difensivo, al rientro ha mostrato inevitabile ruggine da assenza
BONUCCI : 7   A mio avviso questa era stata la migliore stagione di Bonucci, che aveva diminuito gli errori, ed era cresciuto nella precisione dei suoi amati lanci, più frequenti con un Pirlo sempre più marcato e un terminale offensivo alto quasi 2 metri come Llorente. Poi, nell'ultima parte di stagione, sono tornate le vecchie amnesie. E quando Leonardo sbaglia, lo fa alla grande (vedi Benfica...). 
CHIELLINI : 7,5 Diciamo che per lui vale il discorso fatto per Barzagli, a parti invertite. Difficoltà all'inizio, per guai fisici, bene alla fine. 
CACARES : 6,5 Buonissimo il suo rendimento come rincalzo in tutti i ruoli difensivi. Magari qualche errore in meno è auspicabile, però, giocando con continuità, ha confermato di essere un bravo difensore (è pur sempre un nazionale dell'Uruguay).
OGBONNA :  6 -   Doveva essere il primo rincalzo difensivo, anzi, quello che doveva insidiare il posto di titolare di uno dei tre bronzi, segnatamente Bonucci, per incostanza, e Barzagli per età ;  è stata la delusione della campagna estiva passata. Ed è pure costato un bel po'. Magari si deve ambientare ma c'è anche il rischio che sia un tipo Isla...
LIECHSTEINER  6,5   Non è un giocatore che mi fa impazzire lo svizzero, però quando non c'è, o se c'è, non è in forma, si sente eccome sulla destra. Isla, o Padoin, provati al suo posto, lo hanno sempre fatto rimpiangere
ASAMOAH : 6.5 Quest'anno non c'è stata la sciagurata Coppa d'Africa, e il giocatore non ha vissuto il buco di rendimento della scorsa stagione, quando tornò irriconoscibile dalla sua nazionale. Ha fatto sempre bene il suo compito, con qualche sprazzo di qualità ogni tanto. Buono, ancorché agli esordi dell'anno passato aveva fatto sperare qualcosa di più.
VIDAL : 8   Serebbe stato un 9 pieno se avesse mantenuto il livello dei 2/3 della stagione. Se la Juve ha sofferto - non troppo ma un po' sì - nel finale del campionato e soprattutto non è arrivata in fondo in europa League a mio avviso molto è legato all'appannamento del Guerrero. Coincidenza strana, il calo è iniziato dopo il rinnovo del contratto. Ma sono certo che è un caso, così come sareri malizioso a pensare al mondiale imminente.
POGBA : 7,5   A me era piaciuto di più il francesino jolly che partiva dalla panchina lo scorso campionato, buttando cm, muscoli e imprevedibilità in campo, utili a cambiare gli equilibri di un match. Quest' anno ha praticamente soffiato il posto di titolare a Marchisio, dimostrando di aver sovvertito le gerarchie contiane. Sicuramente bravo e a 22 anni destinato probabilmente a diventare un grande. Però non invecchierà alla Juve e allora se è vero che sono disposti a pagarcelo così tanto, 70 milioni, io lo cederei.
MARCHISIO : 7 Come detto, ha perso il posto di titolare, anche causa infortunio al ginocchio. Nel finale di stagione ha mostrato di essere in ripresa, ma nella semifinale contro il Benfica, Conte gli ha preferito il convalescente Vidal. Qualcosa dice. 
PIRLO :  7,5 Ha giocato con ottima continuità, nonostante la gran mole di partite della Juve, e questo dimostra una volta di più come sbagliarono al Milan a ritenere che fosse un giocatore ormai a fine carriera. Alla Juve ha vinto tre scudetti, e da protagonista. L'anno migliore resta il primo, quest'anno però ha fatto gol pesantissimi in un momento importante della stagione.
LLORENTE :   7,5  Allora, secondo me Llorente è un giocatore che sa essere molto utile, grazie al fisico che gli consente un buon gioco di sponda, non solo aerea, e una tecnica che pur non eccelsa è più che discreta considerata l'altezza (195 cm). Però non è un attaccante insostituibile. Intanto , di testa, sfrutta l'altezza, ma non ha un grande stacco o una particolare potenza. Bettega, per dire, era di un altro pianeta rispetto a lui e così vale, per andare a Juventini più recenti, David Trezeguet. Di piede, i suoi sono più spesso dei tap in. Insomma, può senz'altro far parte della rosa, anche perché si è mostrato giocatore serio e disciplinato (quando si vince però è più facile), ma non è un top player e con il suo fisico non so quanto possa esser euno da far entrare a partita iniziata.
TEVEZ 9 : Carlitos io non me l'aspettavo così forte e così continuo soprattutto.  La Juve dei primi due scudetti contiani non ha avuto il giocatore risolutivo su tutti - anche se Pirlo e Vidal si sono avvicinati a questo ruolo - , quella di quest'anno sì. Intanto , i 19 gol, che nel passato nessuno è andato oltre i 10 ! (che, se fatti dai centrocampisti, Vidal e anche Marchisio, sono un'ottimo bottino, dagli attaccanti direi di no). A questi, il movimento continuo, il proporsi sempre, la capacità di saltare l'uomo sullo stretto (forse l'unico, insieme a Giovinco, ad avere questa qualità).  Credo che la sorpresa non sia stata solo la mia che era un po' che Tevez non si esprimeva a questi livelli, dopo essere stato un giovane (oggi ha 30 anni) di grandissime promesse. 

Gli altri hanno giocato poco, e se Conte, in una stagione lunga e logorante, dove alla fine sarano state giocate circa 60 partite, ha turnato così poco i suoi, evidentemente aveva ben chiara la distinzione tra titolari e non.
Non esprimo voti, limitandomi a dire che l'unico che mi piacerebbe restasse è Giovinco, che se accetta di partire dalla panchina, è un giocatore che sa entrare subito nel match e se ispirato può fare anche molto bene. Da Osvaldo speravo di più.  Gli altri possono partire, con un grazie sentito e sincero, che in questi tre anni - l'ultimo un po' meno - hanno dato un contributo importante, specie i due attaccanti, Vucinic e Quagliarella. 

Di seguito, tra i tanti articoli letti sui giornali odierni dedicati alla Juve triscampeon, ho scelto questo di Fabio Monti , sul Corsera, incentrato sulla terza stella per tutti



Ora sono tre stelle per tutti 
 e l’Avvocato vince la sfida
 
Adesso sono trenta. Trenta per tutti. Amici e avversari. Trenta scudetti e terza stella, nel giorno del terzo titolo consecutivo, come non accadeva ai bianconeri dal 1933. La questione resta aperta (come la causa della Juve alla Figc, che è solo congelata, prossima udienza del 17 giugno) ed è destinata ad alimentare polemiche perpetue (non a caso sulle magliette celebrative «non c’è 2 senza 3» si leggeva 32), perché i tifosi della Juve non hanno mai accettato (e mai accetteranno) quanto accaduto in seguito a Calciopoli. Accusato di illecito sportivo, al club bianconero era stato revocato il titolo di campione d’Italia 2004-2005 e non gli era stato assegnato quello 2005-2006 in quanto fu retrocessa all’ultimo posto in classifica, in base alla sentenza della Caf, confermata dalla Corte federale e infine dalla Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni.
Così la terza stella che campeggia dal settembre 2012 dentro allo Stadium, adesso potrà essere esibita senza più problemi anche sulle maglie bianconere. E si chiude, a favore della Juve, la sfida lanciata dall’avvocato Agnelli il 6 maggio 1984, una domenica di trent’anni fa, dopo la vittoria dello scudetto n. 21 (il primo di Platini), arrivato con una giornata di anticipo, dopo l’1-1 con l’Avellino: «Vediamo se arriva prima la Juve a conquistare la terza stella oppure l’Inter o il Milan alla seconda». In quel momento, l’Inter aveva 12 scudetti in bacheca e il Milan 10. Trent’anni dopo, le milanesi sono ferme a quota 18, la Juve è a 30 (più due per gli integralisti).
La stella n. 1 della Juve, club fondato il 1° novembre 1897, campione d’Italia nel 1905 per la prima volta, è storia del 1958; era la squadra di Charles, Sivori e Boniperti, che aveva preceduto sul traguardo la Fiorentina di 8 punti. L’allora presidente della società, Umberto Agnelli, il padre di Andrea, aveva proposto alla Lega di mettere sulle maglie della Juve un simbolo celebrativo del traguardo raggiunto. E la Federcalcio (commissario Bruno Zauli), con una delibera del maggio 1958, aveva stabilito «l’istituzione di un particolare distintivo di cui possono e potranno fregiarsi le società che abbiano vinto 10 campionati di serie A». Il 10 luglio, la Lega aveva deciso che il distintivo fosse rappresentato da «una stella d’oro a cinque punte». L’Inter avrebbe conquistato la stella il 15 maggio 1966, ai tempi di Angelo Moratti/Herrera, terzo scudetto in quattro anni, con i bianconeri fermi a quota 12; il Milan sarebbe arrivato a quota 10 il 6 maggio 1979.
La seconda stella bianconera era arrivata il 16 maggio 1982, con la conquista del ventesimo scudetto, ancora davanti alla Fiorentina, come nel 1958, ma questa volta in volata: un punto solo e all’ultima giornata, con la vittoria di Catanzaro (Brady su rigore) e il pareggio viola a Cagliari (0-0), fra le polemiche. Era la Juve di Boniperti presidente e Trapattoni in panchina (quarto scudetto per lui); la Juve di Zoff, Gentile e Cabrini, Furino, Brio, Scirea; Marocchino, Tardelli, Virdis (Rossi), Brady (che aveva saputo dell’arrivo di Platini il 30 aprile), Bettega (Fanna/Galderisi). Trentadue anni dopo, il tris.

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