giovedì 18 dicembre 2014

OMAGGIO A VIRNA LISI

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Si è spenta nel sonno un monumento di bellezza e di serietà femminile : Virna Lisi.
Aveva 78 anni, ed è una donna che ha suscitato l'ammirazione di tutti, non solo per il suo fascino, enorme, la sua bravura di attrice, celebrata da diversi Nastri d'Argento e David di Donatello, ma anche, se non addirittura soprattutto, per la sua sobrietà, semplicità, sincerità, tutte doti non comuni in una star del cinema.
Nella sua vita privata, non si conoscono scandali, plurimatrimoni, miriadi di storie. Alla famiglia ha probabilmente, in alcuni momenti, anche sacrificato qualcosa della sua carriera. 
Era invecchiata benissimo, Virna Lisi, e senza ricorrere ad aiuti chirurgici (che personalmente non disapprovo, ma ovviamente resto stupito ed ammirato per come il tempo non avesse diminuito il fascino di questa bella signora).
Ancora lavorava, e quando esprimeva giudizi sul suo mondo, il cinema. e i suoi protagonisti - colleghi., produttori, registi -, lo faceva in modo non banale.
Di recente, colpì il suo giudizio sul film premio Oscar di Sorrentino, "La grande bellezza" : "Orrendo" 
E nessuno osò replicare con il dispetto viceversa assai aspro riservato ad altri critici del film, trattati un po' come dei "traditori" della cultura nazionale. 
Una donna rara, veramente.

È morta Virna Lisi, l’attrice che sapeva dire no

Viso d’angelo e carattere energico, smentiva lo stereotipo della bionda arrendevole
ANSA
Virna Lisi

roma

Viso d’angelo e carattere energico, Virna Lisi, scomparsa oggi a 78 anni, era un’attrice che, per tutta la vita, ha lavorato con l’obiettivo di smentire lo stereotipo della bionda arrendevole, della diva che si accontenta di essere bella, dell’interprete docile, pronta a frasi forgiare dai registi, senza discutere, senza chiedere. Il mantra pubblicitario che ne aveva segnato gli esordi, «con quella bocca può dire ciò che vuole», con lei ha funzionato al meglio. Dalle labbra perfette, nel viso di luminosa bellezza, dominato dallo sguardo azzurro trasparente degli occhi mai liftati, mai ritoccati, un esempio originale di fascino mediterraneo racchiuso in tratti nordici, vennero fuori celebri dinieghi. 
Soprattutto quello a Hollywood, la meta agognata di tutte le attrici del mondo, dove lei arrivò senza sforzo, nel ‘64, per girare con Jack Lemmon «Come uccidere vostra moglie». Un gran successo, cui seguirono due film, con Tony Curtis e Frank Sinatra, e una carriera ormai avviatissima, lontano da casa. Mancavano sette anni di contratto quando la signora Lisi decise di fare dietrofront, affrontando battaglie legali e perdite economiche: «Mi proposero di interpretare Barbarella, dissi di no, spiegai che io con quelle ali d’oro proprio non mi ci vedevo».

Molto meglio si vide, anni dopo, nei film di Germi, Lattuada, Comencini, Amelio. Ma soprattutto, pur amando moltissimo il suo lavoro, si vedeva bene nel ruolo di moglie, madre, nonna. E questo forse le ha dato la forza di essere l’unica diva che, al di là delle solite dichiarazioni di facciata, ha vissuto come una liberazione l’apparire delle prime rughe, come se quei segni le dessero finalmente la possibilità di mettere bene in luce le sue vere qualità: «Sì, a volte la bellezza mi ha dato fastidio, mi ha precluso dei ruoli e questo mi ha addolorata. Essere belle non è sempre facile, soprattutto se si vuol fare cinema serio». 
Non a caso pianse lacrime vere, commoventi, quando fu premiata, sul palcoscenico del Festival di Cannes, per il ruolo nel monumentale «Regina Margot». Sulle prime, raccontò lei stessa, il regista Patrice Chereau non era affatto convinto che fosse lei l’interprete giusta per calarsi nei panni di una Caterina De’ Medici severa, potente, funerea: «Continuava a dirmi che non ero adatta per quel ruolo, ho insistito, mi sono sottoposta al provino, non ne facevo da anni. Alla fine mi prese, e in seguito mi disse che non avrebbe potuto trovare una Caterina de’ Medici migliore». Il premio spalancò le porte di una seconda vita professionale, densa di riconoscimenti, David di Donatello e Nastri d’Argento, e di ruoli intensi, al cinema (tra questi «Va’ dove ti porta il cuore» tratto dal best seller della Tamaro) e in tv («Piccolo mondo antico», «La memoria e il perdono», «A casa di Anna» e tanti altri).  
Nel settembre del 2013 aveva perso il marito, da poco aveva terminato le riprese del nuovo film di Cristina Comencini «Latin lover», a Pasqua aveva letto brani religiosi per la «Via crucis» al Colosseo, e ora l’attendevano numerosi progetti televisivi. Il suo cuore si è fermato nel sonno, un mese dopo aver scoperto di essere malata, e non si può fare a meno di pensare al vuoto immenso che un’attrice così legata agli affetti familiari, possa aver lasciato oggi, tra i suoi parenti, a pochi giorni dal Natale. 

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