La notizia sarebbe ottima, se non fosse che gli annunci - e i semplicismi - renziani ben li conosciamo, da un lato, e dall'altro abbiamo visto quanto gli indiani siano coriacei....
Per questi motivi registriamo con prudenza la break news per la quale il Tribunale dell'Aja avrebbe stabilito che il fuciliere di marina Salvatore Girone potrà tornare in Italia e starci per il tempo della durata dell'arbitrato che dovrà decidere la competenza giurisdizionale sulla nota questione : sono stati i nostri marò a uccidere due pescatori indiani e, se sì, perché lo fecero, come andarono le cose ?
Dopo quattro anni, tutto è ancora assolutamente in sospeso, ed è francamente inconcepibile che, con un processo che nemmeno inizia, un accusato se ne stia sequestrato.
"Tanto è un assassino" chiosano i demenziali italici (per fortuna una minoranza assoluta, che non ha trovato sostegno politico nemmeno tra gli ortotteri, in genere sempre dalla parte dell'accusa, per principio). Ora, lasciando da parte il particolare pure non lieve che, sintetizzando, si può esprimere con un urbano "loro che ca...ne sanno ??", quello che proprio a questa gente non si riesce a far capire è che la libertà si perde da CONDANNATI, non prima.
Tornando alla pronuncia dell'Aja, se è vero che, pilatescamente, lor signori avrebbero stabilito che sì, Girone deve tornare, ma India e Italia devono pattuire le condizioni per assicurare che lo stesso - e anche Latorre immagino - ritorni in India in caso di giurisdizione indiana, non la vedo bene, visto come sono andate le cose finora.
Spero di sbagliare, ma non sarei sorpreso se le richieste indiane indiane fossero estremamente dure.
Ai tempi del Cesare conquistatore delle Gallie, come garanzia del rispetto dei patti - tregue, alleanze, rese - si usava consegnare come ostaggi i familiari dei capi, e sembrava normale.
Sono passati 2000 anni, dovrebbe andare meglio di allora, ma non so quanto.
Quindi, prima di brindare, aspettiamo.
Marò, L’Aja: Girone a casa per
arbitrato. Renzi: «Notizia bellissima, frutto del nostro impegno»
La decisione del Tribunale dell’Aja che
accoglie la richiesta della diplomazia di Roma
Ma il padre del fuciliere è cauto: «Speriamo sia davvero così»
di ESTER PALMA
Il marò Salvatore Girone potrà stare in Italia durante
l’arbitrato. Lo ha deciso il Tribunale internazionale dell’Aja che ha accolto
la richiesta italiana, invitando le parti a concordare le modalità del rientro
del fuciliere in patria. L’altro fuciliere di Marina, Massimiliano Latorre,
protagonista del processo sul caso dell’Enrica Lexie che si è trasformato in un
controverso dibattito internazionale, è già in Italia e potrà restarvi almeno
fino al 30 settembre, come ha deciso a fine aprile un tribunale indiano.
«L’Italia non ha interpretato correttamente l’ordine del tribunale. Non è vero
che il marine Girone è libero: le condizioni della sua libertà provvisoria
devono essere stabilite dalla Corte Suprema» hanno commentato fonti del governo
indiano all’agenzia di stampa Pti commentando la decisione del tribunale
arbitrale dell’Aja. Roma in mattinata ha annunciato che «le condizioni del
rientro» di Girone «saranno concordate tra Italia e India». In serata il capo
dello Stato, Sergio Mattarella, ha espresso «grande soddisfazione» per il
prossimo ritorno dopo quattro anni, di Salvatore Girone e per la presenza in
Italia di Massimiliano Latorre.
La gioia di Renzi
Il premier Renzi ha telefonato a Salvatore Girone da
Palazzo Vecchio: «Ho parlato con il marò Girone che potrà tornare in Italia,
della straordinaria notizia che viene dall’Aja. È un passo avanti davvero
significativo al quale abbiamo lavorato con grande dedizione e determinazione».
E aggiunge: «Colgo l’occasione per inviare un messaggio di amicizia e
collaborazione al grande popolo indiano e al primo ministro indiano Narendra
Modi. Siamo sempre pronti a collaborare». Anche la ministra della Difesa
Pinotti ha telefonato ai due fucilieri di marina, Girone e Latorre, e ha
espresso loro vicinanza, come scrive su twitter.
La nota della Farnesina
La
Farnesina spiega in una nota: «Il Governo ha lavorato per
sottoporre l’intera vicenda all’arbitrato internazionale e, in questo quadro,
riportare a casa i due Fucilieri di Marina. L’ordinanza annunciata apre la
strada a questo risultato. Si tratta quindi di una buona notizia per i due
militari, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal Governo e dai nostri
legali. Il Governo conta su un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle
fasi successive e di merito della controversia».
«Procedimento lungo»
Aggiunge ancora il comunicato del ministero degli
Esteri: «La decisione del Tribunale de L’Aja recepisce le considerazioni legali
e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre
quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto
conto della prevista durata del procedimento arbitrale. Il Governo avvierà
immediatamente le consultazioni con l’India affinché siano in breve tempo
definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del
Tribunale arbitrale. E sottolinea che la decisione odierna del Tribunale
relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del Sergente Girone non
influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se
spetti all’Italia o all’India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie».
Le reazioni e le polemiche
Cauta la reazione del padre di Girone, Michele: «Non
so se è vero, ma se è vero sono molto contento, noi non abbiamo mai perso la
fiducia». E arrivano anche le altre reazioni. Per la Presidente della
Camera, Laura Boldrini: «È una notizia che aspettavamo da tempo, un risultato
frutto, oltre che dell’impegno del Governo italiano, anche del Parlamento
europeo che lo scorso gennaio ha approvato una risoluzione in cui è stato
chiesto il rimpatrio considerando la detenzione come “una grave violazione dei
diritti umani». «Tutta la
Puglia gioisce per una notizia straordinaria, che è quella
del ritorno a casa di Salvatore Girone» fa sapere il presidente della Regione
Puglia Michele Emiliano. Soddisfazione anche dal M5S, che non risparmia però
una nota polemica: «Ci sono voluti quattro anni di ingiusta detenzione in India
perché il fuciliere Salvatore Girone fosse restituito alla sua famiglia. È
stato necessario un tribunale arbitrale istituito a L'Aja perché i suoi diritti
umani fossero rispettati. In questo momento siamo felici per il rientro del
Maro' in Italia ma non dimentichiamo gli errori commessi dalla Farnesina nella
gestione diplomatica di tutta questa vicenda». Parla di successo per il governo
e il parlamento tutto, invece,il presidente della Commissione Affari esteri del
Senato Pier Ferdinando Casini: «Non è solo un grande risultato ottenuto dal
Governo ma da tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione, che ha mostrato
una straordinaria prova di coesione nazionale. Adesso la strada è intensificare
la collaborazione diplomatica con l’India per risolvere il contenzioso ancora
esistente». E ancora Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa al
Senato: «Questo risultato è il frutto di una crescente credibilità
internazionale del nostro Paese. Oggi ha vinto la giustizia e ha vinto
l’Italia».
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