PERDERE PER IMPARARE. E SE LO DICE MICHAEL JORDAN...

 

Gli psicanalisti spiegano come l'essere umano sia un giudice fin troppo severo di se stesso, e la facilità di affliggersi e punirsi tramite i sensi di colpa è tra le cause più frequenti delle nevrosi, quando non peggio, che conducano i pazienti sul fatidico lettino (in realtà ora passato di modo, essendo più consueto il confronto vis a vis, come ben ci ha mostrato Sergio Castellitto nella fortunata serie In Treatment). 
Però questo avviene a livello INCONSCIO. In superficie le cose vanno diversamente, e la nostra capacità di promuoverci per quello che facciamo bene ( o crediamo di farlo) e trovare alibi e giustificazioni assolutorie in caso contrario, ha dell'incredibile.
Personalmente, conosco praticamente solo persone della seconda categoria, molto spesse dedite, nell'autoassolversi per un fallimento, a trovare ALTROVE le cause dell'insuccesso. Insomma, non è mai colpa nostra, ma di altri/o. Sempre.
Ebbene, Gianrico Carofiglio, nel suo bel libricino Passeggeri Notturni, mette in guardia da questa pratica cui da un nome inglese : selv serving bias , ed esorta a sottrarsi ad essa, sottolineando gli aspetti positivi della reazione. 
Per esempio, scrive, può migliorare i nostri rappori personali e la nostra comprensione del mondo. Soprattutto, può trasformare l'idea che abbiamo del successo e dell'insuccesso, cambiando letteralmente le nostre vite. Accettare che le nostre sconfitte dipendano, di regola, da noi e non dal prossimo o dal destino avverso ci consente di imparare da esse, apprezzandole, trovandole addirittura desiderabili e cogliendo le inattese opportunità che ci propongono.
Ora, magari Carofiglio si fa prendere un po' la mano, quando parla addirittura di sconfitte "desiderabili", però è vero che, con la testa giusta, s'impara più da queste che dalle vittorie, che a volte ci fanno "sedere", ci rassicurano troppo e non ci stimolano a migliorare.
Tempo fa, un simpatico ragazzo, molto bravo tecnicamente, che aveva appena person una semifinale a tennis, alla fine di una serena disamina sulle ragioni della sconfitta, dove al primo posto aveva subito messo che l'avversario era stato più forte, aveva concluso salutandomi con un sorriso : a tennis quando vinci vinci, e quando perdi impari".
Carofiglio fa esempi più altisonanti e quindi suggestivi :
Bill Gates ha detto che il modo migliore per raggiungere il successo è raddoppiare il numero dei nostri fallimenti; Niels Bohr (premio nobel della fisica nel 1922, scienziato e filosofo) che il vero esperto è chi ha fatto tutti gli errori possibili nel proprio campo ; Goethe che gli errori dell'uomo sono ciò che in realtà lo rendono più amabile.
Ma impagabile è Michael Jordan : Nella mia carriera ho sbagliato più di 9000 tiri. Ho perso 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il canestro decisivo e io l'ho sbagliato. Ho fallito tante e tante volte nella vita. Ed per questo che alla fine ho vinto tutto.