lunedì 11 aprile 2016

IL FASCINO DI PUTIN L'AUTOCRATE

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Io , probabilmente anche influenzato dal fiero anticomunismo e antisovietismo nutrito per tutto il tempo della guerra fredda, non nutro per Putin l'ammirazione che ho scoperto largamente diffusa sul web.
Sicuramente lo giudico un potente estremamente "disinvolto" e capace nel gestire e conservare il grande potere che detiene. Però ritengo l'autocrazia un male peggiore della democrazia, che pure ha i suoi gravi ed evidenti difetti, e quindi normalmente non simpatizzo per i suoi campioni.
In Italia, paese contraddittorio per eccellenza, il fascino dell'uomo forte cammina a fianco dello spirito prevalentemente anarcoide, allergico a regole e disciplina, innervato nel DNA di noi italiani.
Sicuramente quel fascino non sarà scalfito dalle ultimi rivelazioni sui conti miliardari all'estero dello zar russo, anzi, magari sarà accresciuto.
Anche in questo, scopro di pensarla in modo molto simile ad Adriano Sofri, uomo che stimo per sensibilità ed intelligenza.



I conti di Putin
di Adriano Sofri

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Garry Kasparov scrive che di fatto Vladimir Putin è oggi “probabilmente" l’uomo più ricco del mondo. Chissà se i cittadini russi si sentano orgogliosi di questo ennesimo successo del loro capo. Del resto, vediamo. Ha tenuto in sella per anni un massacratore del proprio popolo come Bashar al Assad, mentre gli altri stavano a guardare. Quando il regime di Damasco vacillava minacciosamente, l’ha rimesso in sesto, e gli altri sono stati a guardare. L’hanno accusato, fondatamente, di fottersene dell’Isis e di mirare solo ai nemici di Bashar, finché ha forzato con i suoi raid la riconquista di Palmira, mettendo a tacere l’obiezione: la principale sconfitta dell’Isis, e la più simbolica, è cosa sua.
Suo anche l’annuncio della restituzione di Palmira al suo splendore, a scanso di proteste contro la sua rozzezza. Gli altri, sempre più infilzati, avevano avvertito che il suo intervento in Siria l’avrebbe fatto sprofondare in un pantano senza via d’uscita, lo stesso dal quale loro si erano magnanimamente tenuti alla larga. E lui si è sbrigato a finire il pasto, asciugarsi i baffi, alzarsi da tavola e salutare. Adesso, con calma, mentre digerisce, “probabilmente” Putin prepara la successione di Assad. “Probabilmente”, aveva decretato una corte britannica, Putin era a parte dell’omicidio di Litvinenko. Il Dipartimento di Stato americano l’aveva dichiarato corrotto, senza far questioni di probabilità.
Tutto ciò mette sui piedi il dibattito politologico sui pregi reciproci dell’autocrazia e della democrazia. Putin infatti non ha successo nonostante le sue malefatte, ma in virtù delle sue malefatte.
E’ popolare. Come Trump. Dall’altra parte, le democrazie si sono abituate a pensare che le proprie sconfitte, e anche le proprie infamie, siano l’effetto della loro superiorità morale piuttosto che del suo tradimento.

1 commento:

  1. La merda che esce dalla tua lurida bocca un giorno ti soffocherà. Se non ci fosse Putin bisognerebbe inventarlo: io lo paragono a Costantino il Grande a Carlo Magno ad Isabella di Spagna e come loro sta difendendo la Cristianità intera contro i maiali laicisti come te. Vi auguro di finire come i vignettisti di Charlie Ebdo e senza Putin nessuno verrà a salvarvi!!!

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